Sono costati 12mila miliardi di dollari 20 anni di guerre in Medio Oriente
Ginevra (AsiaNews/Agenzie) – E’ di oltre 12mila miliardi di dollari il costo “globale” per le Nazioni che dal 1991 sono state colpite dai conflitti nel Medio Oriente.
La stima, prima nel suo genere, è stata rivelata ieri presso l’ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra (Svizzera) in un rapporto dell’indiano Strategic Foresight Group e riguarda anche la valutazione del mancato sviluppo dei Paesi e degli effetti sul tenore di vita delle popolazioni. I costi maggiori riguardano il conflitto tra Israele e Palestina, quelli del Libano e l’invasione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti.
Sundeep Waslekar, coordinatore dello studio, ha spiegato che i redditi sia di israeliani che di palestinesi sarebbero stati almeno il doppio se alla conferenza di Madrid del 1991 fosse stata concordata una pace duratura. Se ci fosse subito la pace, il reddito medio israeliano crescerebbe molto persino se Tel Aviv accettasse di indennizzare i profughi palestinesi e di portare fuori dalla West Bank i suoi oltre 150mila coloni.
Allo stesso modo, il reddito dei palestinesi sarebbe oltre il doppio, anche se accettassero la loro situazione attuale.
Per questo Waslekar ritiene che non scegliere la pace significhi, per ogni Paese, solo continuare “la devastazione” e accollarsi costi sempre maggiori. All’opposto la pace avrebbe esiti molto positivi anche per gli Stati ai margini dei conflitti: ad esempio con un maggior reddito pro capite di 1.250 dollari in Giordania, dove abitano centinaia di migliaia di rifugiati palestinesi.
In Iraq, senza la guerra e le precedenti sanzioni, il reddito nazionale sarebbe stato 38 volte maggiore, ovvero pari a 2,2mila miliardi di dollari.
Waslekar ha specificato che lo studio ha precisi limiti, in quanto “ci sono costi che non sono misurabili, come il prezzo della dignità umana”.