Solidarietà internazionale per i terremotati del Pakistan
Islamabad (AsiaNews/Agenzie) Da ieri capi di stato mondiali e grandi organizzazioni internazionali hanno annunciato aiuti e inviato materiali di soccorso alle zone del Pakistan sconvolte dal terremoto di sabato scorso. Il sisma dell'8 ottobre il più forte nella zona da circa 100 anni aveva intensità 7,6 (scala Richter); ha colpito le montagne del Kashmir pakistano fino al confine con l'India, arrivando anche all'Afghanistan meridionale.
La drammaticità della situazione è confermata anche dall'appello alla solidarietà internazionale lanciato dal presidente pakistano, Pervez Musharraf. Nell'appello il capo di Stato ha chiesto, soprattutto "medicinali, tende ed elicotteri per raggiungere persone in regioni lontane e tagliate fuori dal mondo".
Ieri sono arrivate da più parti promesse di aiuto. L'Asian Development Bank ha promesso 10 milioni di dollari Usa per l'emergenza nelle zone più colpite del Pakistan. Secondo Islamabad, la Cina invierà 6,2 milioni di dollari. Ieri l'Unione europea ha annunciato 4,4 milioni di dollari in soccorsi di emergenza. Dagli Stati Uniti il presidente George W. Bush ha promesso 100 mila dollari e il l'invio di elicotteri militari; Bush ha poi annunciato che se necessario saranno inviati altri aiuti.
Si sono impegnati negli aiuti anche Emirati arabi uniti; Gran Bretagna, con gruppi di esperti; Giappone, con personale medico e materiale di soccorso per 220.600 dollari; Turchia, con 2 aerei militari e medici .
L'Unicef ha avvertito del rischio a cui sono esposti i bambini superstiti: fame, freddo e malattie legate alle gravi condizioni igienico sanitarie. L'Organizzazione Onu ha già inviato tende, vestiti, coperte, cibo e tavolette per depurare l'acqua.
Il premier indiano Manmohan Singh ha telefonato ieri a Musharraf per offrire soccorso come segno di distensione nei rapporti tra i 2 stati rivali. Il governo olandese ha offerto 9,4 milioni di dollari in aiuti e team di soccorso. L'Australia ha annunciato 379 mila dollari per aiuti immediati in Pakistan, India e Afghanistan, dove è morta almeno una persona.
Nel Kashmir indiano il Gruppo di lavoro sociale diocesano insieme a membri della Caritas India si sono recati a Srinagar e Baramulla per portare aiuti. A loro si sono unite anche alcune suore delle Missionarie della Carità.