Sociologo: insegnanti a sostegno di bambini traumatizzati dopo i massacri di Pasqua
Almeno 176 minori sono rimasti orfani o senza uno dei genitori. I docenti devono essere formati a saper riconoscere il disagio emotivo. Evitare le “sedie vuote” in classe in ricordo delle vittime. Creare “cassette della memoria” in cui i ragazzi possono depositare messaggi verso i compagni defunti.
Colombo (AsiaNews) – Insegnanti ed educatori “hanno un ruolo fondamentale” per consentire ai bambini di superare il trauma psicologico provocato dalle stragi di Pasqua. Lo afferma ad AsiaNews Ravindra Ranasinha, terapeuta e sociologo, con 17 anni d’esperienza nel sostegno a minori e adulti traumatizzati, donne e ragazze vittime di abusi e violenze domestiche, sopravvissuti della guerra civile. È un consulente dell’Organizzazione mondiale della sanità. Egli parla delle ripercussioni psicologiche del lutto sulle fragili menti dei piccoli, i più vulnerabili di fronte alle tragedie. “Sono passati solo due mesi dai massacri – dichiara –. Le vere difficoltà si presentano dopo sei mesi”.
Gli attentati compiuti il giorno di Pasqua contro tre chiese e tre hotel di Colombo hanno provocato un forte shock nella popolazione dello Sri Lanka e stupore in tutto il mondo con l’uccisione di 257 persone. Diverse associazioni, tra cui la Caritas, stanno avviando piani di recupero e sostegno psicologico per sopravvissuti, feriti e familiari delle vittime.
Il card. Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo, ha dichiarato che almeno 176 minori sono rimasti orfani o hanno perso uno dei genitori durante le stragi. Come il cardinale, anche il dott. Ranasinha ritiene che la fascia più debole da aiutare sia quella dei bambini e che sia compito degli insegnanti prendersi cura di loro “con affetto e amore”.
Egli spiega: “Essi devono sciogliere le tensioni a scuola, ricreare l’identità del bambino, impedire la segregazione dei minori e assistere quelli ad alto rischio. La comunità scolastica è il luogo migliore per parlare di diversità culturali, armonia tra le etnie e felicità. Gli insegnanti possono aiutare i bambini a rilassarsi con esercizi mentali. Anche i legami d’amicizia possono essere rafforzati creando gruppi di sostegno tra coetanei. Ciò può contribuire a evitare discriminazione, atti di bullismo, segregazione degli studenti in base alla religione e all’etnia, promuovendo armonia, accettazione, rispetto, non violenza e gioia nell’ambiente scolastico”.
Dopo le stragi di Pasqua, spiega il sociologo, “i bambini non giocano per motivi di sicurezza. Per loro, questa è una forma di repressione. Per questo i maestri possono creare momenti di svago all’interno delle classi, durante i quali possono educare all’espressione artistica. Il disegnare aiuta a rilassare la tensione. Durante il gioco gli insegnanti devono rimanere vigili, affinchè i bambini non ricreino situazioni di violenza come le sparatorie”.
Secondo il dott. Ranasinha, i docenti devono essere formati a riconoscere il disagio mentale e psico-emotivo del bambino, come quando “le vittime identificano l’insegnante con il ruolo della madre”. Un buon metodo per stimolare la riflessione, continua, “è lo storytelling. Le storie sviluppano l’intelligenza emotiva, molto importante in un momento di crisi”. Un altro metodo “è evitare di tenere sedie vuote in classe, in ricordo di coloro che sono scomparsi. Questo provoca danni mentali nei bambini sopravvissuti. Piuttosto, per mantenere viva la memoria, si possono creare ‘scatole dei ricordi’, nelle quali i bambini possono depositare biglietti in cui scrivono le loro passate esperienze con i compagni defunti. Le cassette possono essere conservate negli spazi comuni. Così potranno essere una risorsa per dare fiato al loro dolore”.
13/05/2019 12:55