Sister Maria, martire in India, venerata dai cattolici e amata dagli indù
Udainagar (AsiaNews/Ucan) Dieci anni fa suor Rani Maria venne uccisa da un uomo: oggi il suo sacrificio ha reso più facile il lavoro missionario della Chiesa in Madhya Pradesh (India centrale). Dalla morte della religiosa, gli abitanti della zona di Udainagar, dove la religiosa fu ammazzata, hanno iniziato a fidarsi maggiormente della Chiesa: "Non ci guardano più con sospetto" afferma p. Cyril Coutinho, il sacerdote locale.
Udainagar si trova a 820 km a sud di New Delhi. Nei giorni scorsi l'anniversario del martirio di suor Maria è stato ricordato con una messa solenne e l'inaugurazione della nuova chiesa vicino alla sua tomba. La religiosa era stata uccisa il 25 febbraio 1995 mentre si trovava su un autobus; il suo assalitore l'ha pugnalata per 50 volte. Al processo l'omicida, che ora sta scontando l'ergastolo, aveva dichiarato che si era sentito spinto ad uccidere la religiosa dal fatto che la gente del posto si opponeva al lavoro missionario della religiosa.
Durante la messa il vescovo della locale diocesi di Indore, mons. George Anathil, ha affermato che in questi anni la Chiesa "ha superato" il dolore della morte di suor Maria e ora beneficia della sua intercessione. La diocesi ha iniziato il processo diocesano per la beatificazione della suora clarettiana.
Secondo il vescovo molte persone hanno sperimentato grazie speciali per aver pregato suor Maria: "Come chiesa" ha detto mons. Anathil nell'omelia "siamo orgogliosi di questa religiosa che ha sacrificato la sua vita combattendo l'ingiustizia commessa contro i poveri". Al momento dell'offertorio la nipote della suora ha spezzato un pane per simbolizzare il sacrificio della zia martire.
La parrocchia di Udainagar ha una sola famiglia cattolica, ma ben 200 tribali indù hanno preso parte alla messa in onore della suora, alla quale hanno partecipato anche centinaia di sacerdoti e religiose che lavorano nella zona.
"Ora la gente del posto" ha sottolineato p. Coutinho "ha iniziato a capire i grandi aiuti che suor Maria portava loro, che sono tutti indù". Lo stato in cui la religiosa è stata uccisa il Madhya Pradesh è guidato dal Bharatiya Janata Party, legato al fondamentalismo indù; negli ultimi anni si sono verificati molti episodi di violenza contro i cristiani.
A Udainagar la sola struttura cattolica prima della morte di suor Maria era una casa parrocchiale. Dopo di allora, la parrocchia ha costruito un monastero e una scuola elementare, entrambi intitolati alla memoria della religiosa.
Gli indù che hanno reso omaggio alla tomba di suor Maria hanno ricordato che sister Maria è stata uccisa perché il suo lavoro disturbava gli strozzini e i signorotti locali che sfruttavano i più poveri. Madan Rawat, un uomo di 35 anni, ha ricordato il suo incontro con suor Maria: ella aveva convinto gli abitanti del villaggio a combattere insieme contro l'ingiustizia e lo sfruttamento. "Ci ha aiutati a crescere insieme" sottolinea Rawat, mentre assiste alla messa all'ombra di un albero, vicino alla lapide della martire.
Un'altra persona che ricorda suor Maria è Sharati Bai, una donna tribale indù: "Nelle sue visite mi ha insegnato a prendermi cura della salute e dell'educazione dei miei bambini", afferma Sparati, stando vicina alla sua tomba. "Sono venuta qui per dire il mio grazie per le buone opere che sister Maria ha fatto nel nostro villaggio. Lei è venuta ad aiutarci moltissime volte portandoci soldi e semi per le piante, insegnandoci come conservare l'acqua e aiutandoci a scavare pozzi".
"Ha fatto solo del bene" afferma Shiv Jia, un'altra persona che ha conosciuto la religiosa clarettiana. L'uomo, 60 anni, aggiunge che "non ho mai visto o sentito dire che lei facesse qualcosa di sbagliato". Munnulal Lahir, 18 anni, ha un motivo particolare per essere grato a suor Maria: "Ha spinto i miei genitori a farmi andare a scuola" ricorda il giovane.
Mons. Anathil ha nominato la tomba della suora "luogo ufficiale di pellegrinaggio" con lo scopo di mantenere viva la sua memoria fra la gente. "Il suo eroico sacrificio può fortificare la fede dei cristiani ed essere fonte di ispirazione e di supporto spirituale".
L'uomo che ha ucciso suor Maria, Samandar Singh, si è da tempo pentito pubblicamente per il suo crimine: "Ho capito" ha detto "di aver commesso il più riprovevole peccato togliendo la vita a un angelo che lavorava per i poveri".
Nel 2002 una consorella di suor Maria aveva incontrato Singh in prigione durante una festività indù e lo aveva accolto come fratello compiendo il gesto simbolico di legare i loro polsi con un filo. (LF)