Siriani delusi dalla Lega araba, che giudica “rassicurante” la situazione a Homs
La visita degli osservatori non ha mostrato “nulla di tragico” nella città dove si dice siano stati uccisi oltre 30 persone negli ultimi tre giorni. Hrw accusa: prigionieri trasferiti in basi militari, esclusi dalle visite della Lega araba. La missione degli osservatori continua a Deraa, Idleb, Hama, dintorni di Damasco.
Damasco (AsiaNews) – C’è delusione e ira nei confronti degli osservatori della Lega araba che ieri sono giunti a Homs, dove da mesi avvengono manifestazioni contro il regime di Assad seguiti da scontri e uccisioni. Mustafa Dabi, il capo degli osservatori, ha infatti dichiarato oggi che la situazione è “rassicurante”. “Vi era qualche aspetto dove la situazione non era troppo buona ha detto Dabi - ma nulla di tragico… Tutto era calmo e non vi erano scontri”.
In questi giorni, secondo l’opposizione, a Homs vi sono stati bombardamenti, carri armati in città, decine di morti. Dabi ha detto di non aver visto alcun carro armato, ma solo qualche veicolo blindato. Egli ha comunque confermato che 20 osservatori rimarranno sul posto e ha chiesto di avere pazienza perché ieri era solo il primo giorno della loro inchiesta.
Per alcuni abitanti della città gli osservatori non mostravano alcuna partecipazione a quanto essi raccontavano e sembrano alieni da ogni simpatia verso i manifestanti, che ieri hanno radunato 70 mila persone.
Mohammed Saleh, un attivista, afferma che gli osservatori non sono andati a visitare i quartieri della città più bombardati.
Il timore dell’opposizione è che la missione della Lega araba per verificare la messa in atto di un piano di pace, possa essere un modo per ripulire la faccia del regime, accusato della morte di almeno 5 mila persone e dell’arresto di diverse migliaia.
Proprio oggi la televisione di Stato ha dato la notizia della liberazione di 755 prigionieri “che non hanno le mani sporche di sangue”. La missione della Lega araba ha come scopo anche la liberazione dei detenuti in carcere per motivi di opinione. Human Rights Watch ha messo in guardia la Lega araba dicendo che molti detenuti sono stati trasferiti dalle prigioni – che gli osservatori dovrebbero visitare – in basi militari in cui gli osservatori non hanno diritto di accesso.
Secondo il protocollo firmato dalla Lega e dalla Siria, gli osservatori sono “liberi di comunicare con chiunque [ma] in coordinamento con il governo siriano”. E il ministro degli Esteri ha precisato che essi non possono accedere a “punti militari sensibili”.
Entro sera gli osservatori continueranno le loro visite a Deraa (nel sud), Idleb e Hama (a nord), e intorno a Damasco. Tutti questi luoghi sono punti chiave dell’opposizione ad Assad.
In questi giorni, secondo l’opposizione, a Homs vi sono stati bombardamenti, carri armati in città, decine di morti. Dabi ha detto di non aver visto alcun carro armato, ma solo qualche veicolo blindato. Egli ha comunque confermato che 20 osservatori rimarranno sul posto e ha chiesto di avere pazienza perché ieri era solo il primo giorno della loro inchiesta.
Per alcuni abitanti della città gli osservatori non mostravano alcuna partecipazione a quanto essi raccontavano e sembrano alieni da ogni simpatia verso i manifestanti, che ieri hanno radunato 70 mila persone.
Mohammed Saleh, un attivista, afferma che gli osservatori non sono andati a visitare i quartieri della città più bombardati.
Il timore dell’opposizione è che la missione della Lega araba per verificare la messa in atto di un piano di pace, possa essere un modo per ripulire la faccia del regime, accusato della morte di almeno 5 mila persone e dell’arresto di diverse migliaia.
Proprio oggi la televisione di Stato ha dato la notizia della liberazione di 755 prigionieri “che non hanno le mani sporche di sangue”. La missione della Lega araba ha come scopo anche la liberazione dei detenuti in carcere per motivi di opinione. Human Rights Watch ha messo in guardia la Lega araba dicendo che molti detenuti sono stati trasferiti dalle prigioni – che gli osservatori dovrebbero visitare – in basi militari in cui gli osservatori non hanno diritto di accesso.
Secondo il protocollo firmato dalla Lega e dalla Siria, gli osservatori sono “liberi di comunicare con chiunque [ma] in coordinamento con il governo siriano”. E il ministro degli Esteri ha precisato che essi non possono accedere a “punti militari sensibili”.
Entro sera gli osservatori continueranno le loro visite a Deraa (nel sud), Idleb e Hama (a nord), e intorno a Damasco. Tutti questi luoghi sono punti chiave dell’opposizione ad Assad.
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