Siria, prime elezioni democratiche dopo 50 anni di egemonia del partito Baath
Damasco (AsiaNews/ Agenzie) - La Siria dà il via alle prime elezioni democratiche della sua storia, dopo circa 50 anni di egemonia del partito Baath e della famiglia Assad. Secondo il regime circa 15 milioni di persone si recheranno alle urne per eleggere 250 rappresentati all'Assemblea Nazionale. Tuttavia, il dato potrebbe essere molto inferiore a causa del boicottaggio dell'opposizione. I ribelli considerano le elezioni una "farsa" a causa delle continue violenze da parte del regime, accusato di violare il cessate il fuoco sancito dall'Onu. A Dael (Siria meridionale), l'opposizione ha sostituito i manifesti dei candidati con le foto di 20 attivisti morti durante gli scontri con i militari. Iniziative simili sono avvenute anche in altre città e villaggi.
Nonostante le critiche dei leader ribelli, i cattolici vedono in queste elezioni un segno delle aperture promesse dal regime dopo oltre un anno di guerra civile costata circa 11 mila morti. Lo scorso 25 aprile l'Assemblea dei vescovi e dei patriarchi siriani ha pubblicato un messaggio in cui invita tutta la popolazione a partecipare al voto. "Lo Stato ha chiamato al dialogo - afferma il documento - noi invitiamo tutti i partiti nazionali, in patria e all'estero, a costruire una nuova multi-partitica e democratica Siria. Noi incoraggiamo inoltre tutti a partecipare pienamente alle elezioni libere ed eque per l'Assemblea Nazionale, per esprimere la volontà popolare".
Il voto di oggi è frutto delle aperture democratiche varate con il referendum costituzionale del 26 febbraio, che ha sancito la fine del governo a partito unico in favore di uno Stato multipartitico. Ciò ha permesso ai leader dei movimenti democratici di fondare nove partiti presentando oltre 7mila candidati. Per la prima volta essi possono sfidare leader politici filo-Assad che per l'occasione si sono riuniti in una grande coalizione chiamata National Progressive Front.