Siria, Gregorio III: I cristiani non hanno bisogno di Assad per vivere
Damasco (AsiaNews) - "I cristiani sono una grande risorsa per la fine del conflitto e non hanno bisogno di Assad per sopravvivere". È quanto afferma in una intervista alla Bbc Gregorio III Laham, patriarca greco-cattolico di Antiochia. Per il vescovo i cristiani devono testimoniare un nuovo modo di vivere e nuovi valori per il mondo arabo in crisi. "La nostra missione - spiega - è cercare di cambiare la visione del mondo arabo".
Il prelato loda la recente iniziativa per la distruzione delle armi chimiche che ha riportato nuova speranza nel Paese, ma sottolinea che per fermare la guerra occorre la volontà della riconciliazione e organizzare una conferenza di pace. Gregorio III sostiene che una soluzione stabile si avrà quando tutti i combattenti stranieri torneranno in patria. Solo in questo modo si potrà realizzare un governo di unità nazionale composto da membri dell'opposizione e del regime.
Per Gregorio III la guerra e le violenze hanno raggiunto un livello tale che l'uscita di scena di Assad è passata in secondo piano. La fame, la povertà e gli attacchi degli islamisti hanno infatti costretto alla fuga oltre 450mila cristiani siriani. Prima della rivoluzione la comunità contava circa 1,75 milioni di persone, circa il 7,8% della popolazione. Nonostante l'esodo, il vescovo melchita è convinto che "la comunità cristiana sopravvivrà".
La frammentazione dell'Esercito libero siriano, unico gruppo laico a combattere contro Assad, ha permesso l'entrata nel conflitto di jihadisti di ogni nazionalità che al momento controllano diverse aree del Paese, fra cui la provincia di Aleppo. Fino al 2012 la guerra si è mantenuta sul piano politico militare e non di odio confessionale e la minoranza cristiana ha goduto di una certa protezione e da parte dell'esercito e dei ribelli. La crescita dei gruppi estremisti, come ad esempio Jabat al-Nousra e i miliziani dell'Islamic State of Iraq and the Levant, considerati dagli stessi islamisti il gruppo più radicale presente in Siria, ha portato il conflitto anche sul piano interconfessionale con un aumento esponenziale delle violenze contro i cristiani.