Sindacalista cinese: Europa, la Cina non è solo mercato
Hong Kong (AsiaNews) "Spero che la Comunità europea inizi a guardare l'Asia e la Cina non solo come mercati economici da sfruttare, ma anche come paesi in cui la gente soffre". Han Dongfang, fondatore del primo sindacato libero in Cina, spiega così ad AsiaNews i suoi desideri verso la UE, alla vigilia della firma della Costituzione. Han Dongfan ha passato anni in prigione dopo il massacro di Tiananmen. Ammalatosi, Pechino lo ha liberato per ragioni mediche, praticamente espulso negli Stati Uniti. Al suo ritorno, alla frontiera le guardie gli hanno ritirato il passaporto. Da apolide, ospitato ad Hong Kong, oggi dirige il China Labour Bulletin, con notizie sulla situazione dei lavoratori in Cina. Per Han Dongfang è tempo che l'Europa ponga tra le sue priorità il rispetto della libertà religiosa e dei diritti umani a livello mondiale. Ecco l'intervista che ci ha rilasciato.
Cosa significa "Unione Europea" in Asia e in particolare in Cina?
L'Europa in Asia è soprattutto investimenti, industrie e sfruttamento di manodopera. Nel globale spostamento delle industrie verso oriente, gli europei puntano molto sulla Cina, ma questo non sempre è benefico per i lavoratori locali.Gli europei vengono in Cina per sfruttare la manodopera: la pagano pochissimo e la fanno lavorare 7 giorni su 7, danneggiando la loro salute. Le condizioni lavorative in certi ambienti sono pessime, con veleni e inalazioni tossiche. I diplomatici europei che vengono in Cina, poi, praticano un deliberato disinteresse verso i diritti umani.
Domani verrà firmata la Costituzione europea. Cosa spera che l'UE faccia per l'Asia e la Cina?
Vorremmo vedere le nazioni europee giocare nel mondo un ruolo non solo economico e politico, ma anche sociale. È molto importante che l'Europa non sia guidata solo da interessi economici. Se si impegnasse seriamente nei diritti umani, potrebbe contribuire alla creazione di un mondo migliore. L'Asia non è solo un mercato dalle molteplici possibilità ma anche una realtà umana che ha bisogno di aiuto. La Cina ha interessi a sviluppare la sua economia attraverso rapporti con l'estero, ma ha anche bisogno di sviluppare la sua politica in un senso più civile e democratico. Le nazioni europee in questo dovrebbero essere da esempio. Invece i leader europei vengono nel mio paese solo per vendere treni superveloci, gli Airbus, le armi. Vendere armi al nostro governo, non è una cosa buona. Il nostro paese spende in modo esagerato per armamenti, ma la gente comune soffre: non abbiamo una sicurezza sociale, medicine, pensioni. Il governo non si interessa della gente. Non c'è nessuno che sta minacciando la Cina, non abbiamo bisogno di più armi.
Dopo la sua prigionia e la sua espulsione lei è divenuto cristiano. In che modo l'Europa può influenzare la situazione della libertà religiosa in Asia e in Cina?
La libertà religiosa non è una questione culturale ma un problema umano. Non importa se sei cinese, filippino, americano, europeo o africano: come uomo ho diritto a esprimere la mia fede senza dover essere controllato dal partito. Le nazioni europee devono ribadire che in ogni paese ogni individuo ha il diritto di professare la sua religione. EU e Usa dovrebbero utilizzare ogni possibile occasione per evidenziare il problema della libertà religiosa e dei diritti umani in Cina; in tutte le situazioni ufficiali e diplomatiche devono far presente a Pechino, che la questione è una priorità. Questo potrebbe essere un chiaro messaggio al nostro governo e potrebbe portare a dei cambiamenti. (BC)