Sichuan: continuano le proteste contadine contro la costruzione di una diga
Nel paese crescono le manifestazioni: a Canton 1000 operai scioperano per chiedere un giorno di riposo settimanale.
Dashu (AsiaNews/Agenzie) "Le manifestazioni contro la diga riprenderanno se i lavori di costruzione adranno avanti". Lo affermano gli abitanti della contea di Hanyuan (Sichuan). Nelle ultime settimane la zona è stata teatro di violenti scontri fra le forze di polizia e i residenti, obbligati ad abbandonare le loro terre per permettere la costruzione di una diga. Un abitante di Dashu ha detto che il governo ha interrotto la costruzione della diga, in seguito alla morte di due contadini negli scontri della settimana scorsa. Citando fonti governative l'uomo dal nome "Ji" afferma che "i lavori alla diga riprenderanno quando verrà trovato un accordo sul risarcimento da dare agli abitanti dei villaggi". Le autorità dei distretti di Chengdu, Yaan e Hanyan hanno rifiutato di confermare la notizia.
Ji afferma che i contadini "non vogliono arrivare alla rottura con le autorità" e ribadisce la ferma volontà degli abitanti di dimostrare "l'impatto negativo della diga sulla loro vita". Egli denuncia il clima intimidatorio che si è creato: le forze di polizia continuano a presidiare la zona per permettere a funzionari del governo centrale di visitare il sito.
I contadini che hanno dovuto abbandonare le proprie case in cerca di una nuova sistemazione sono circa 100 mila; essi protestano perché ritengono troppo bassa la cifra stabilita dal governo come risarcimento dei terreni espropriati. Li Guifu, uno dei primi contadini a perdere la propria abitazione denuncia: "Ora non possiedo più nulla. La mia famiglia potrà sopravvivere solo se andremo a lavorare nelle miniere di carbone".
Il mese scorso sono scoppiate violente rivolte fra le forze dell'ordine e gli abitanti dei villaggi: essi cercavano di impedire l'interruzione del fiume Dadu, primo passo per la costruzione della diga. Circa 600 poliziotti hanno respinto gli oltre 30 mila manifestanti: negli scontri sono morte 3 persone e molte altre hanno riportato delle ferite.
La Cina è sempre più scossa dalle rivolte sociali. Un altro focolaio di protesta è esploso a Canton: domenica scorsa 1000 operai hanno manifestato davanti ai cancelli della fabbrica, chiedendo un giorno di riposo settimanale.