Siccità: dopo l’agricoltura colpiti anche i settori avicolo e ittico
Manila (AsiaNews) – Dopo il settore agricolo anche quello avicolo e ittico subiscono gli effetti della siccità causata nelle Filippine dall’arrivo della corrente del Niño. Negli ultimi giorni nella sola provincia di La Union (Nord delle Filippine) oltre 3.200 polli sono morti per la mancanza di acqua e secondo gli allevatori altri volatili moriranno nelle prossime settimane. In media muoiono ogni giorno 6 polli su 10. L’istituto di ricerca ittica e fauna acquatica denuncia inoltre la scomparsa in pochi giorni di oltre 10mila kg di pesci nel lago artificiale di Magadat (Isola di Luzon), che a causa della siccità si sta prosciugando. Stessa situazione anche per i bacini idrici di Mindanao (Sud delle Filippine), dove il governo ha dichiarato lo stato di allerta.
La poca acqua nei bacini idroelettrici ha colpito anche la capitale. A partire da questa mattina l’elettricità è erogata solo per due ore al giorno e il governo continua a raccomandare il razionamento dell’acqua potabile, ormai insufficiente. “Devo alzarmi tutte le mattine alle 3 per poter raccogliere l’acqua – afferma Ruby del Rosario di Manila – quella nei tubi è ormai troppo poca ed è quasi impossibile riempire i secchi per l’uso domestico”.
Secondo gli esperti la siccità si protrarrà fino a luglio a luglio inoltrato e i continui black-out rischiano di compromettere le elezioni previste per il 10 maggio. A tutt’oggi i danni ammontano a oltre 60milioni di euro solo per il settore agricolo, con oltre il 40% delle coltivazioni ormai compromesso. Per continuare la produzione le industrie del settore alimentare sono state costrette ad acquistare oltre 700mila tonnellate di prodotti agricoli, sufficienti fino al mese di giugno.
Lo scorso 28 febbraio il card. Gaudencio Rosales, arcivescovo di Manila, ha invitato tutte le parrocchie del Paese di recitare la “Oratio Imperata Ad Petendam Pluviam”. Questa è una particolare formula di preghiera utilizzata per chiedere a Dio l’arrivo della pioggia e mantenere viva la speranza della gente nei periodi di forte siccità. Il ritorno di “El Niño” era già stato annunciato in agosto dai ricercatori britannici del Met Office Hadley Centre for Climate Prediction and Research, che avevano previsto l’arrivo del fenomeno nei primi mesi del 2010. Esso è ciclico e si manifesta ogni due - sette anni come un aumento di temperatura di 0,5 C°-1,5 C° delle acque dell’oceano Pacifico orientale, di solito molto fredde. Tale cambiamento provoca un’alterazione delle normali correnti oceaniche portando siccità nell’area asiatica e africana e piogge torrenziali nel continente sudamericano.