21/11/2003, 00.00
turchia
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Si vuole colpire un paese islamico, ma laico e amico dell'occidente

Il Primo Ministro Erdogan maledice gli attentati. Il paese, solidale nel dolore, programma una manifestazione contro il terrorismo

Istanbul (AsiaNews) –Il paese continua a sentirsi nel buio più tetro. Dopo i quattro attentati avvenuti nel giro di cinque giorni nel cuore della Istanbul commerciale e turistica, tutti si interrogano sul significato di questi gesti. Chi si vuole colpire? E perché? Nei due attentati di ieri mattina tra i 27 morti c'è il console britannico Robert Short e il suo vice, un noto artista teatrale turco che si recava a doppiare un film americano. Vi era anche gente comune: clienti, impiegati di banca, poliziotti di guardia al consolato, persone di passaggio. I feriti accertati sono 490. Di essi, più di un centinaio sono in condizioni critiche. Sono musulmani e cristiani. Tutti turchi.

Il primo ministro Erdogan, del partito islamico moderato, non ha fatto grandi discorsi, ma ha sentenziato la sua condanna contro gli artefici di tale carneficina: "Sia in questo mondo che per tutta l'eternità saranno condannati per la loro disumanità scagliatasi contro innocenti. La punizione li colpirà per tutta l'eternità. Noi malediciamo simili atti". In un messaggio televisivo, davanti a 70 milioni di telespettatori, Erdogan ha ribadito con energia e fermezza che non indietreggerà di un centimetro nelle sue posizioni politiche e sociali, volte alla democrazia e alla libertà del paese. "Non bisogna lasciarsi sgomentare dalla paura che il terrorismo vuole seminare dentro di noi e nel nostro popolo; il messaggio che i terroristi, con queste azioni abominevoli, vogliono lanciarci, io lo calpesto con tutte le mie forze sotto i piedi".

Le parole dure sono rincalzate dal generale dell'esercito Hilmi Ozkok, che tempo addietro aveva manifestato il suo timore all'entrata della Turchia in Europa: "Penso alla bruttura del volto del terrorismo manifestatosi in questi giorni e lo maledico con tutto me stesso. Non ci bloccherà negli sforzi di progresso e benessere che in questi anni stiamo compiendo. Non bloccherà il processo di democratizzazione in corso. E' da quindici anni che combattiamo ogni forma di terrorismo, ma mai ci saremmo aspettati un affronto di queste grandi portate".  

Sui luoghi delle esplosioni, per tutta la notte è continuata la raccolta di ogni tipo di materiale utile alle indagine, per comprendere la natura degli attentati. Su ogni canale televisivo turco si sono susseguite tavole rotonde con giornalisti e personalità politiche, per comprendere le motivazioni di simili atti.

Due ore dopo gli attentati, è giunta la rivendicazione all'Agenzia Anadolu: "Sono azioni del gruppo islamico IBDA [i Cavalieri del Grande Oriente, autori anche delle stragi alle sinagoghe – ndr] in collaborazione con Al Qaida. Queste azioni contro la massoneria continueranno e dimostreremo a tutto il mondo la nostra forza".

Il ministro degli esteri inglese Jack Straw giunto immediatamente ad Istanbul in serata, in conferenza stampa, afferma che è dall'11 settembre che gli inglesi si aspettavano un attentato nei loro confronti ed è stato più facile colpirli ad Istanbul dove lo stato di allerta era debole e la sorveglianza più fragile.

Ma unanime è l'opinione che siano gesti atti a colpire lo stato turco: "Si vuole punire lo stato che appoggia l'Occidente".

Storica alleata dell'America, membro della Nato, partner strategico e militare d'Israele, la Turchia è l'unico stato a maggioranza islamica veramente laico - la legge religiosa islamica (sharìa) non è presente nella legislazione civile – , filo-occidentale,  con l'ambizioso sogno di entrare in Europa: tutti elementi sufficienti per essere giudicata un paese miscredente, traditore, rinnegato dai fondamentalisti  e da punire.

E' stata indetta per martedì 25 novembre, in piena festa a conclusione del Ramadan, è stata indetta una grande manifestazione contro il terrorismo. Essa si terrà in contemporanea, nelle strade principali delle più grandi città della Turchia: Istanbul, Ankara, Smirne, Konya.  Le organizzazioni di ogni credo religioso hanno dato il loro sostegno e hanno confermato la loro partecipazione.

(MZ)

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