Si vota in Cina, ma il Partito comunista rende difficile candidarsi
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Cina esclude la partecipazione a elezioni politiche di candidati non designati dal Partito comunista. E’ così che molti esperti interpretano un commento apparso ieri sull’agenzia statale Xinhua, secondo il quale per candidarsi in un’elezione occorre “osservare… le specifiche previsioni della legge”.
Chi si vuole candidare per l’Assemblea Nazionale del Popolo, il parlamento cinese, deve prima osservare “le procedure legali”, prosegue Xinhua.
La nota fa eco a quanto detto nei giorni scorsi in televisione da un esperto del Parlamento, secondo il quale nel sistema elettorale “non ci sono candidati indipendenti”.
Questi commenti non spiegano molto, ma arrivano dopo che numerosi popolari microblogger hanno espresso l’intenzione di candidarsi per le elezioni della Assemblea Nazionale del Popolo. Ora ci si chiede se vogliano indicare l’introduzione di modalità ostative alle candidature non approvate dal Pc.
Le elezioni si tengono ogni 5 anni, sono iniziate in vari luoghi il 7 maggio e proseguono nel Paese; devono eleggere oltre 2 milioni di rappresentanti a ogni livello, dai consigli dei villaggi fino all’Anp, tra l’altro in oltre 2mila contee e 30mila piccole città.
La legge e la Costituzione cinese riconoscono a tutti il diritto di concorrere ed essere eletti, purché presentato da almeno 10 elettori, ma finora la possibilità è stata esercitata soprattutto nei consigli di villaggi e piccoli comuni, mentre per i consigli maggiori le candidature erano tutte decise dal Pc.
Chi si è candidato senza l’assenso del Pc insiste che è suo diritto e aspetta di vedere se incontrerà nuovi problemi. L’attivista Yao Lifa, già eletto nel 1999 come indipendente in un consiglio a Qianjiang, Hubei, è pure fiducioso che non ci siano novità negative.
Ma esperti si chiedono cosa si intenda per “candidati indipendenti” e temono che Pechino voglia rendere più difficile candidature non approvate dal Pc. Le elezioni nel Paese sono sovrintese dai comitati elettorali pubblici, pure espressione del Pc. Le autorità pubblicano l’elenco dei candidati approvati solo una settimana circa prima del voto, dando minimo tempo per le campagne elettorali, come pure per ricorsi.