Si stringe in Cina la morsa su giornali e siti web
Negli ultimi mesi cacciati direttori e chiusi giornali per la pubblicazione di notizie "negative" sui pubblici poteri. Occorre l'autorizzazione per riportare su internet gli articoli dei giornali.
Pechino (AsiaNews/Scmp) Licenziato ieri il direttore di un noto giornale di Pechino criticato per articoli "negativi" verso le autorità, ultima conferma dell'accresciuto controllo del governo sui media: Ora occorre una specifica autorizzazione per riportare su internet gli articoli dei giornali.
Ad essere chiuso, il 7 febbraio, è stato il Public Interests Times. Aveva criticato le poco corrette traduzioni in inglese del sito web ufficiale dell'agenzia notizie del governo centrale. L'articolo "ha avuto secondo il ministro per gli Affari civili - un effetto negativo sull'immagine del governo". In risposta, l'organo direttivo del giornale ha cacciato il direttore Chen Jieren, pure biasimato per la pubblicazione di altre notizie critiche verso le autorità.
A gennaio il giornale aveva denunciato che nello Shanxi i governi provinciale e municipale avevano "trattenuto" oltre 50 milioni di yuan destinati alle vittime dell'inondazione a Weinan. Inoltre ha pubblicato un profilo del presidente Hu Jintao, violando la regola non scritta che le storie sui leader centrali sono trattate solo dall'agenzia statale Xinhua.
A gennaio è stato chiuso il Bingdian Weekly, supplemento del China Youth Daily, dopo la pubblicazione di un commento sulla Rivolta dei boxer che "nega dice il Dipartimento per la pubblicità i crimini dei Paesi imperialisti che hanno invaso la Cina". A dicembre è stato cacciato Yang Bin, editore capo del Beijing News, sempre per le notizie critiche pubblicate.
Intanto gli articoli dei quotidiani non possono essere pubblicati su internet senza un preventivo controllo. Questo causa ritardi ed "è dice un professore di giornalismo, ammonito di non parlare con reporter esteri contro la tendenza nazionale per l'apertura economica". "Nel lungo termine, questo controllo non può funzionare, perché va contro il pieno scambio economico".
Esperti ritengono che ciò avvenga in risposta alla pubblicazione, da parte di importanti giornali, di storie come gli scontri tra polizia e abitanti a Taishi, nel Guangdong, e che la pressione è tanto forte da costringere i giornali - come il Southern Metropolis News, che ha fatto gli scoop della seconda diffusione della Sars e della morte in prigione di un laureato dell'Hebei che lottava contro vecchie norme discriminanti i contadini - a tagliare storie sgradite ai pubblici poteri. Cheng Yizhong, ex direttore del giornale, è stato incarcerato, ma ora è libero, mentre gli ex amministratori Yu Huafeng e Li Minying sono ancora detenuti. (PB)