Si dimette Talaat Ibrahim, il pubblico ministero di Morsi
Il Cairo (AsiaNews/Agenzie) - Il pubblico ministero Talaat Ibrahim (a sin. nella foto), nominato dal presidente Mohamed Morsi solo un mese fa, ha rassegnato le dimissioni. Morsi lo aveva scelto lo scorso mese, sostituendo Abdel Maguid Mahmoud e scatenando una valanga di opposizione che lo accusava di minare all'indipendenza dei giudici.
Almeno 1300 giudici hanno dimostrato ieri fuori dell'ufficio di Ibrahim, chiedendogli di dimettersi. Alcuni hanno anche tentato di entrare nel suo ufficio. Quando si è diffusa la notizia della sua rinuncia, i manifestanti hanno gridato "Allah è grande! Lunga vita alla giustizia!".
Ibrahim era stato nominato per riesaminare tutte le inchieste sulla morte di manifestanti durante le proteste della primavera araba, prima della cacciata di Hosni Mubarak. Secondo Morsi, sotto Abdel Maguid Mahmoud - nominato ai tempi di Mubarak - le inchieste non andavano a fondo, provocando le ire della popolazione.
Grazie alla nomina di Ibrahim, il 22 novembre scorso Morsi ha firmato un decreto con cui espande i suoi poteri mettendosi al di sopra della magistratura.
A questo tentativo ritenuto dittatoriale da molti egiziani, si è aggiunto il controverso referendum sulla costituzione. Stilata da un gruppo dove sono presenti solo islamisti dei Fratelli Musulmani e dei salafiti, essa rischia di emarginare le minoranze cristiane; non difendere i diritti umani, soprattutto delle donne; esautorare i giudici a favore di un rafforzamento dei militari. Molti giudici hanno boicottato il referendum rimanendo assenti dai seggi. La prima tornata del voto è avvenuta il 15 dicembre scorso; la seconda avverrà il 23 dicembre.
Khaled Mahgoub, fra i leader dell'associazione dei giudici, ha chiesto ai colleghi di ritornare al lavoro e di essere presenti ai seggi del referendum per verificarne l'andamento, ora che Ibrahim si è dimesso.
Intanto, la coalizione dell'opposizione, ha indetto per oggi una grande manifestazione contro la nuova costituzione e contro i brogli avvenuti il 15 dicembre scorso. Essi chiedono a tutti gli egiziani di "scendere in piazza per difendere la loro libertà, prevenire la frode e rifiutare la bozza di costituzione".