Si avvicina il voto per la Costituente, tra milioni di assenti e violenze dei maoisti
Kathmandu (AsiaNews) – Il governo ha chiesto agli oltre 10 milioni di nepalesi residenti all’estero di tornare per la prima storica elezione dell’Assemblea costituente il 10 aprile. Per favorire la partecipazione al voto ha anche stabilito 5 giorni di vacanze nazionali dal 7 all’11 aprile, che si uniranno ai 3 giorni di festa dal 12 al 14 aprile per il Nuovo anno nepalese e la festa indù di Ram Navami. E’ un voto importante poiché – dice Pradip Nepal, ministro per lo Sport e l’educazione – “è la prima volta che il popola partecipa a scrivere la propria Costituzione”.
Circa 5 milioni di nepalesi vivono in India e oltre 300mila lavorano nei Paesi del Golfo Persico. Ma Kamalmani Guragain, presidente del gruppo Nepalesi non residenti, obietta che “per chi risiede in Europa o America occorrono almeno 15 giorni. Abbiamo chiesto al governo di fare quanto necessario per consentire ai nepalesi di votare nel Paese di residenza, ma ha ignorato la nostra richiesta”, così impedendo il voto a milioni di cittadini. Egli critica anche il fatto che la decisione sia arrivata solo una settimana prima del voto.
Keshab Pokharel, che vive negli Stati Uniti, pure contesta l’effettiva rappresentatività di un voto che “esclude più di 10 milioni di nepalesi che vivono all’estero”.
Krishana Prasad Sitaula, ministro dell’Interno, risponde solo che “non abbiamo gli esatti dati dei nepalesi all’estero. Per cui non è stato possibile organizzare il loro voto nel Paese dove vivono”. Molti cittadini sono immigrati di nascosto, con visti per motivi di studio o di lavoro scaduti.
In migliaia potranno però tornare dall’India, seppure per il voto ci saranno maggiori controlli di sicurezza lungo i 1750 chilometri di confine tra i due Paesi. Per garantire la sicurezza anche dei molti osservatori internazionali, il governo ha previsto uno stretto controllo anche con elicotteri.
I problemi di sicurezza sono grandi: le Nazioni Unite hanno richiamato il Partito maoista nepalese a cessare violenze e intimidazioni contro la popolazione e i membri di altri partiti, aumentate con l’avvicinarsi del voto, persino con attentati esplosivi e con arresti illegali. Anche gli altri partiti sono accusati di “violare le regole elettorali”. La popolazione, comunque, appare entusiasta per il voto, il primo dal 1999. Per rispetto del voto, gli esuli tibetani hanno sospeso le proteste per la repressione cinese in Tibet.