Si apre l'Apec: liberalizzazione negli scambi e minaccia nordcoreana i temi forti
Grande attesa ad Hanoi per la proposta di una zona regionale di libero scambio. Il Vietnam vuole mostrare la sua efficienza alla comunità internazionale: organizzati numerosi incontri tra i leader dei 21 Paesi membri del forum; ancora incerto quello tra il presidente cinese e il premier canadese, aperto critico di Pechino.
Hanoi (AsiaNews/Agenzie) Si sono aperti oggi i lavori dell'Asia-Pacific Economic Cooperation (Apec), che vedono la partecipazione di leader e uomini d'affari dei 21 Paesi membri. L'ordine del giorno spazia dalla liberalizzazione degli scambi, ai diritti umani fino alla la minaccia nucleare nordcoreana. Il vertice si concluderà domani. Ma già ni giorni precedenti ministri e rappresentanti dei vari paesi hanno discusso e abbozzato piste di lavoro.
Ieri in Vietnam è arrivato il presidente statunitense George W. Bush. Si tratta del primo importante impegno internazionale per Bush, dopo la sconfitta elettorale del Partito Repubblicano alle elezioni di medio termine. Al summit sono presenti anche i leader cinese Hu Jintao, quello russo Vladimir Putin e giapponese Shinzo Abe. Oltre ai lavori ufficiali, l'attenzione si concentra sui molti incontri bilaterali previsti tra capi di Stato e di governo. Per il momento rimane sospeso l'incontro tra Hu e il premier canadese Stephen Harper, un aperto critico del regime comunista, il quale ha messo in chiaro che "i canadesi non intendono svendere i loro principali valori, come la fede nella democrazia, la libertà, i diritti umani", riferendosi ai rapporti commerciali con Pechino. Il Canada ha criticato spesso la Cina per la persecuzione contro cristiani e membri del Falun gong e a settembre il governo canadese ha concesso la cittadinanza onoraria al Dalai Lama, leader spirituale del Tibet e oppositore di Pechino. C'è molta attesa per la ripresa dei negoziati per la eliminazione degli ostacoli al libero commercio mondiale, dopo la loro interruzione lo scorso luglio in Svizzera per le profonde divergenze esistenti su questioni come gli aiuti statali ai propri coltivatori e le barriere doganali nel settore agricolo. Si attende almeno la ripresa dei colloqui all'interno dei vari gruppi di opinione, per giungere a posizioni comuni. Entro l'anno il Vietnam entrerà nell'Organizzazione mondiale del commercio (Omc) e la Russia ha intenzione di are lo stesso al più presto.
Ma si attendono soprattutto concreti passi per la creazione di una zona di libero scambio tra gli Stati del Pacifico, dalla Cina al Cile, che potrebbe addirittura costituire un'alternativa a un'Organizzazione mondiale del commercio sempre più in crisi. Si parla di procedere all'eliminazione di ogni barriera doganale nell'area entro il 2010 per gli Stati più sviluppati ed entro il 2020 per i Paesi in via di sviluppo. Secondo esperti, è interesse soprattutto degli Stati Uniti promuovere la proposta, per creare una sede privilegiata per gli accordi bi e plurilaterali in materia economica, che possa prevalere sui numerosi organismi consultivi cui appartengono gli Stati dell'area sud est asiatica, zona di più rapido sviluppo nel mondo, e per contenere la crescente influenza di Pechino.
Ma è interesse anche di gran parte di Paesi della regione, anche perché, come osserva Rahul Sen, economista dell'Istituto per gli studi sul sud-est asiatico di Singapore, "molte nazioni [dell'area] non sono abbastanza preparate per simili accordi" e non sanno quali vantaggi possono ottenere da accordi bilaterali, che spesso le vedono svantaggiate di fronte a Stati potenti e aggressivi come la Cina. Accordi internazionali, inoltre, permetterebbero maggiore attenzione ai diritti dei lavoratori, spesso sacrificati dai propri governi per attirare maggiori investimenti esteri.
L'Apec non è un'associazione ma un forum, riunito per la prima volta nel 1989 su temi economici e commerciali, che si sono poi estesi a sicurezza internazionale e terrorismo. Nella due giorni si parlerà anche della questione nucleare nordcoreana, cercando di fissare una data per la ripresa dei negoziati a sei tra le due Coree, Usa, Cina, Russia e Giappone, che Cristopher Hill, capo delegazione Usa, auspica possano riprendere già a dicembre.
Il Vietnam, Paese dell'area in più rapida crescita dopo la Cina, vuole accreditarsi come serio e affidabile partner economico e politico e ha organizzato, al margine dei lavori Apec, una serie di conferenze e dibattiti con la partecipazione dei leader mondiali, tra cui il presidente cinese Hu.
Dell'Apec fanno parte: Australia, Brunei, Canada, Cile, Cina, Hong Kong, Indonesia, Giappone, Sud Corea, Malaysia, Messico, Nuova Zelanda, Papua Nuova Guinea, Perù, Filippine, Russia, Singapore, Taiwan, Thailandia, Stati Uniti e Vietnam. (PB)