Si allarga lo scandalo su "Oil for food"
Sospetti di corruzione su funzionari Onu ed esponenti politici
New York (AsiaNews/Agenzie) Si allarga lo scandalo sul programma "Oil for food", col quale l'Onu permetteva all'Iraq di Saddam Hussein di vendere petrolio per acquistare cibo e generi di prima necessità per la popolazione irachena. Due commissioni di inchiesta, una della stessa Onu ed una degli Usa, stanno indagando su quella che sembra essere una enorme operazione di corruzione internazionale di funzionari delle Nazioni Unite e di esponenti di vari Paesi da parte di Saddam. Secondo la commissione di inchiesta del Senato Usa sarebbe di 23,1 miliardi di dollari il giro d'affari di vendite illegali di petrolio.
I giornali statunitensi sono all'attacco: il New York Times avanza sospetti anche nei confronti di Kofi Annan, segretaro generale dell'Onu, che "difficilmente poteva ignorare frodi e scandali di questa portata". Lo stesso Annan è stato accusato dal presidente della commissione del Senato, Norm Coleman di ostacolare le indagini, rifiutandosi di consegnare alcuni documenti. Il segretario dell'Onu ha replicato spiegando di non averli inviati in quanto, ha detto "ho sempre dato priorità alla commissione indipendente dell'Onu".
Negli Usa si rileva che la commissione del Congresso ha trovato conferma della veridicità di una lista pubblicata a Baghdad alcuni mesi fa con nomi e cognomi di importanti personaggi politici internazionali, tra i quali russi, francesi, tedeschi, cinesi e italiani. Il meccanismo era semplice: Saddam Hussein offriva quote di petrolio a prezzi scontati a politici internazionali, mascherando queste assegnazioni privilegiate come parte del programma Oil for Food, che venivano poi rivendute a prezzi di mercato, con lauti guadagni per tutti.
Le operazioni avvenivano al di fuori dei programmi ufficiali dell'Onu ma con la copertura di alcuni funzionari. Per facilitare gli aspetti sia logistici che finanziari di queste operazioni, furono costituite numerose società, alcune di comodo, alcune reali, che per una percentuale dei profitti si prestavano al gioco. La corruzione si estendeva anche alle derrate alimentari destinate al popolo iracheno: Saddam avrebbe corrotto altri funzionari per acquistare derrate avariate e scadute.
Ieri intanto, gli ispettori della commissione delle Nazioni Unite, si sono recati in Russia, per raccogliere materiale investigativo sui presunti beneficiari dei traffici con Saddam Hussein. Tra questi, ci sarebbero i colossi petroliferi Yukos e Lukoil, e l'esponente ultranazionalista Vladimir Zhirinovsky. (FP)