Si allarga la campagna del governo per correggere l'"errata" idea di jihad
Unanime in Indonesia la condanna ai kamkaze, "moralmente contrari" all'Islam, dopo che ieri la polizia ha mostrato a un gruppo di esponenti religiosi e laici musulmani i video dopo l'uccisione del terrorista Hazari, contenenti minacce all'Occidente e la confessione degli attentatori dell'ultima strage a Bali.
Jakarta (AsiaNews) - In Indonesia si allarga il dissenso e la condanna del mondo musulmano a un'interpretazione violenta dell'Islam, in seguito alle testimonianze video degli ultimi kamikaze di Bali; in essi gli attentatori, si mostrano convinti di conquistare così "un biglietto per il Paradiso". Il vicepresidente, Jusuf Kalla, ha riunito una serie di esponenti del Nahdlatul Ulama (Nu) e del Muhammadiyah - le 2 organizzazioni musulmane più grandi del Paese - invitando religiosi e esperti a correggere l'"errata interpretazione di jihad" (guerra santa) promossa dai terroristi; questa - secondo Kalla - è "molto pericolosa" per l'unità nazionale e dell'Islam.
Ieri il gruppo di leader musulmani ha visionato a Jakarta i video trovati dalla polizia la settimana scorsa nel corso dell'operazione che ha portato all' uccisione di Azahari bin Husin, ritenuto il massimo esperto della Jemaah Islamiyah (JI) nella fabbricazione di bombe. Oltre alla confessione dei terroristi suicidi di Bali, i nastri contenevano minacce all'Occidente da parte di Top, altro esponente della JI, ricercato in connessione alle bombe di Bali del 2002.
"L'intera società musulmana in Indonesia - ha detto il vice capo di Stato - deve essere consapevole che questa jihad è fuori contesto e noi abbiamo il dovere di correggere questa ideologia".
Kalla si è detto "soddisfatto e felice" della risposta di migliaia di persone nel Paese, disposte ad aiutare il governo nel far conoscere il vero significato di jihad.
Numerosi leader islamici si sono epsressi in queste ore contro la "strumentalizzazione" della religione "come mezzo politico", operata dal terrorismo. Andi Jamaro - direttore esecutivo del Pengurus Besar (comitato organizzaztore) dell'Nu - ha ricordato che "il Corano non contiene versi che legittimano in alcun modo il terrore o l'omicidio". Egli respinge anche l'idea di morire come guerriero santo (mati syahid), usata dai terroristi per giustificare le loro azioni suicide. "Morire da syuhada - spiega Jamaro - non è uan decisione umana, ma divina". Il leader musulmano ammette comunque che il terrorismo può facilmente presentarsi come un allettante "messaggio politico" tra gli oppressi e i poveri. Egli suggerisce poi di tenere questi video lontani dalla popolazione, affinché questa non venga "avvelenata" dal suo messaggio.
Sul pericolo rappresentato da un errato richiamo alla jihad, si è espresso Din Syamsuddin - presidente del Muhammadiyah. "I kamikaze sono contro il vero Islam e haram" (sbaglaiti moralmente e legalmente). Gli attentati suicidi sono contro il Corano e vengono condotti solo da persone frustrate". Lo studioso sottolinena che si muore da syuhada solo in determinate circostanze, come la guerra.
Anche il Consiglio degli Ulema indonesiano ha duramente condannato i kamikaze; la stessa cosa non è stata fatta però da altri esponenti religiosi. Wahyuddin, direttore della scuola islamica Al Mukmin di Ngruki (Central Java), ha dichiarato di essere contrario alla campagna nazionale che dipinge la scelta del kamikaze come un'azione contraria all'Islam. Secondo il direttore di questa scuola - una volta guidata da Abu Bakar Ba'asyr oggi in carcere per complicità nelle bombe di Bali del 2002 - in certi contesti, come in Palestina, l'attentato suicida è moralmente legittimo e non in contraddizione con il Corano. "Quando, però, l'agenda politica è il terrore - precisa - l'idea diventa sbagliata".