Shock in Sri Lanka per il sindacalista ucciso nelle carceri indiane
Colombo (AsiaNews) – Il governo dello Sri Lanka e quello dell’India devono ammettere le loro responsabilità per la morte di un importante sindacalista cingalese, ucciso la scorsa settimana mentre era in visita in un carcere indiano ad alcuni pescatori suoi concittadini. Lo chiede a gran voce il l’All Ceylon Fisher People’s Trade Unione (ACFPTU), che insieme al World Forum Fisher People (WFFP) preme per indagini accurate sul caso e per una soluzione sui diritti di pesca nelle acque di confine.
Warnakulasuriyage Canisius Fernando, presidente della United Fisher Association a Negombo, è stato ucciso da una guardia carceraria lo scorso 5 ottobre nella prigione centrale di Maturai, Tamil Nadu, India del sud. Qui si era recato ad incontrare tre pescatori cingalesi, arrestati per essere entrati nelle acque territoriali indiane senza permesso. Le autorità indiane sostengono di aver sospeso il secondino che ha sparato al sindacalista e che indagini sono già in corso.
L’omicidio ha scosso l’opinione pubblica nell’ex Ceylon. Secondo p. Sherard Jayawardena, sacerdote cattolico a Colombo, “Canisius è dovuto intervenire, perché il governo dello Sri Lanka non stava facendo abbastanza per cercare di liberare questi pescatori”.
Parlando con AsiaNews, il segretario generale del WFFP in Sri Lanka, Herman Kumara, ribadisce la richiesta di un risarcimento da parte del governo indiano alla famiglia della vittima; il sindacalista era padre di due bambini di 16 e 9 anni. Allo stesso tempo Kumara auspica che l’omicidio di Canisius Fernando possa indurre i due Stati “a trovare finalmente una soluzione sulle acque di confine che garantisca la sicurezza di pescatori innocenti”.
08/09/2023 09:21
10/12/2020 14:27