Shandong, nuove proteste contro il furto delle terre: 20 feriti
Gli abitanti del villaggio di Zhang Zhuang hanno scoperto che le loro terre sono state vendute per una fortuna, mentre loro hanno ricevuto solo 200 euro a testa. Per protesta, 1000 abitanti "rapiscono" un funzionario locale che viene liberato da 1.400 poliziotti.
Jinan (AsiaNews/Agenzie) Una nuova, violenta protesta sociale scuote la Cina e la allontana dall'immagine della "società armoniosa" tanto cara alla leadership comunista.
E' giunta solo oggi la notizia che il 5 novembre scorso il governo della provincia orientale dello Shandong ha inviato oltre 1.400 poliziotti in tenuta anti-sommossa per fermare circa mille abitanti di un villaggio alla periferia di Jinan, che manifestavano contro la requisizione delle loro terre.
Nel corso degli scontri, la polizia ha ferito 20 abitanti che "avevano rapito" un rappresentante del governo distrettuale per protestare contro la corruzione del governo. Dal giorno degli scontri ad oggi, gli agenti non si sono allontanati dalla zona.
La protesta insorge quando un abitante del villaggio di Zhang Zhuang scopre su un sito internet che il governo ha venduto i terreni del villaggio a degli investitori stranieri per 720 milioni di yuan (circa 72 milioni di euro).
Uno di loro spiega che "con un governo onesto, avremmo ricevuto 300mila yuan a testa. Il governo centrale ci ha garantito invece un risarcimento di 5mila yuan, che sono divenuti 2mila [circa 200 euro ndr] dopo essere passati per le mani dei funzionari locali". Inoltre, "non si capisce come, ma il villaggio ha dei debiti, pari a 10 milioni di yuan, che noi dobbiamo saldare".
Dopo le prime proteste, il governo locale e gli investitori promettono agli sfollati di regalare loro degli appartamenti in cambio dei loro terreni. Uno dei primi a vedere questi edifici spiega però che "sono stati costruiti così male che appena hanno finito il secondo piano l'edificio è sprofondato di 60 centimetri".
Quella di Zhang Zhuang è soltanto l'ultima protesta violenta in ordine di tempo a colpire il Paese. Secondo Zhou Yongkang, ministro della Pubblica sicurezza, le manifestazioni di massa contro il governo sono in aumento nel Paese: nel 1994 erano 10 mila; nel 2004 sono state oltre 74 mila. Nel 2005 sono avvenute in Cina oltre 87 mila proteste pubbliche.
Ogni giorno Pechino registra fra le 120 e le 230 manifestazioni, in prevalenza nelle zone rurali. Amministratori locali requisiscono terreni e li vendono a compagnie e industrie che vogliono dilatare le loro produzioni. Gli abitanti defraudati delle terre e mal pagati non hanno altre vie che la protesta e spesso la violenza.
Il governo teme questo fenomeno e continua a lanciare campagne contro la corruzione: l'ultima, varata il 13 novembre scorso, impone ai funzionari locali di gestire con giustizia la rilocalizzazione degli sfollati.
Per un abitante di Zhang Zhuang, "il governo centrale, forse, ha buone intenzioni: il problema è dei rappresentanti locali, che semplicemente non ascoltano mai cosa dice Pechino. Stanno creando dei regni indipendenti".