Shalit è libero: consegnato agli egiziani. Comincia il rilascio dei palestinesi
di Joshua Lapide
Il giovane soldato israeliano prigioniero dal giugno 2006 è stato liberato questa mattina a Gaza, ed è in viaggio per Israele. Nel frattempo i primi 477 detenuti palestinesi sono ai checkpoint, dove li attendono centinaia di familiari. Polemiche in Israele, perplessità nel mondo palestinese mescolate alla gioia per l’accordo.
Gerusalemme (AsiaNews) – Gilad Shalit è libero. Hamas lo ha consegnato agli egiziani nel settore Rafah di Gaza questa mattina. Nel frattempo dalle carceri israeliane sono usciti i 477 detenuti che formano il primo contingente di liberati dall’accordo. In totale saranno 1027 i prigionieri che usciranno dalle carceri israeliane. Più tardi Gilad Shalit giungerà nella base militare di Tel Nof nel centro di Israele, dove lo attendono i suoi genitori, Noam e Aviva. Un commento del nonno paterno di Gilad, Zvi Shalit, è indicativo dello stato d’animo di molti: “In mezzo a tutta questa eccitazione, tengo bene a mente che viviamo in Medio oriente, Quindi solo quando vedrò Shalit con i miei occhi respirerò di sollievo”.
Notizie contraddittorie e incertezza hanno segnato le ultime fasi della vicenda del giovane soldato israeliano catturato nel giugno del 2006 da un commando palestinese vicino al confine di Gaza. La liberazione di Shalit è stata annunciata e poi smentita a varie riprese. Il primo convoglio di detenuti palestinesi sta aspettando fuori dal check-point militare di Beituniya l'ordine per entrare nel territorio controllato dai palestinesi, come riferiscono testimoni. Centinaia di parenti dei detenuti palestinesi stanno aspettando il loro arrivo al checkpoint di Beituniya, sventolando bandiere palestinesi e le fotografie dei familiari prigionieri.
L’accordo fra Netanhyau e Hamas ha creato polemiche e interrogativi nel mondo israeliano e in quello palestinese. Samir Qumsieh, direttore di Al Mahed Nativity tv, emittente cattolica di Betlemme, puntualizza alcuni di questi aspetti per AsiaNews. “I palestinesi sono felici per ogni azione che porti alla liberazione di loro prigionieri, a migliaia nelle carceri di Israele. Ma il timing dell’accordo suscita degli interrogativi; per lungo tempo sembrava che non si muovesse nulla, poi all’improvviso era tutto concluso. E inoltre leader importanti come Marwan Barghouthi, Ahmad Saadat e Abdullah Barghouthi sono stati esclusi, a dispetto di varie assicurazioni che sarebbero stati compresi nell’accordo. Certo Hamas cercherà di trarre beneficio da questo accordo e di migliorare la sua immagine che è rimasta danneggiata quando si è opposta alla richiesta di riconoscimento all’Onu presentata dal presidente Abu Mazen, un gesto che è stato approvato dalla maggioranza dei palestinesi”.
In Israele la gioia si mescola alla polemica. Un noto opinionista Yehuda Ben Meir ricorda su Haaretz che la gioia è mischiata a grande tristezza, “la tristezza per I sentimenti difficili e per la sofferenza delle migliaia di israeliani le cui persone amate sono state brutalmente uccise da questi terroristi. Oggi essi sentono che la giustizia è stata violata”. Secondo Giora Inbar, ex brigadiere generale durante la Guerra in Libano “non ci sono vincitori e vinti in questo accordo. Entrambe le parti hanno raggiunto l’accordo per sfinimento, avendo capito che non potevano tirare ulteriormente la corda senza causare disastri per i loro popolo”. Secondo il commentatore, sta adesso al governo israeliano “rompere lo stallo diplomatico e creare un accordo (cruciale, anche se doloroso) fra di noi e i nostri vicini”.
Notizie contraddittorie e incertezza hanno segnato le ultime fasi della vicenda del giovane soldato israeliano catturato nel giugno del 2006 da un commando palestinese vicino al confine di Gaza. La liberazione di Shalit è stata annunciata e poi smentita a varie riprese. Il primo convoglio di detenuti palestinesi sta aspettando fuori dal check-point militare di Beituniya l'ordine per entrare nel territorio controllato dai palestinesi, come riferiscono testimoni. Centinaia di parenti dei detenuti palestinesi stanno aspettando il loro arrivo al checkpoint di Beituniya, sventolando bandiere palestinesi e le fotografie dei familiari prigionieri.
L’accordo fra Netanhyau e Hamas ha creato polemiche e interrogativi nel mondo israeliano e in quello palestinese. Samir Qumsieh, direttore di Al Mahed Nativity tv, emittente cattolica di Betlemme, puntualizza alcuni di questi aspetti per AsiaNews. “I palestinesi sono felici per ogni azione che porti alla liberazione di loro prigionieri, a migliaia nelle carceri di Israele. Ma il timing dell’accordo suscita degli interrogativi; per lungo tempo sembrava che non si muovesse nulla, poi all’improvviso era tutto concluso. E inoltre leader importanti come Marwan Barghouthi, Ahmad Saadat e Abdullah Barghouthi sono stati esclusi, a dispetto di varie assicurazioni che sarebbero stati compresi nell’accordo. Certo Hamas cercherà di trarre beneficio da questo accordo e di migliorare la sua immagine che è rimasta danneggiata quando si è opposta alla richiesta di riconoscimento all’Onu presentata dal presidente Abu Mazen, un gesto che è stato approvato dalla maggioranza dei palestinesi”.
In Israele la gioia si mescola alla polemica. Un noto opinionista Yehuda Ben Meir ricorda su Haaretz che la gioia è mischiata a grande tristezza, “la tristezza per I sentimenti difficili e per la sofferenza delle migliaia di israeliani le cui persone amate sono state brutalmente uccise da questi terroristi. Oggi essi sentono che la giustizia è stata violata”. Secondo Giora Inbar, ex brigadiere generale durante la Guerra in Libano “non ci sono vincitori e vinti in questo accordo. Entrambe le parti hanno raggiunto l’accordo per sfinimento, avendo capito che non potevano tirare ulteriormente la corda senza causare disastri per i loro popolo”. Secondo il commentatore, sta adesso al governo israeliano “rompere lo stallo diplomatico e creare un accordo (cruciale, anche se doloroso) fra di noi e i nostri vicini”.
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