Shahbaz Bhatti: “Ero sul camion con la Bhutto, quando è scoppiato l’inferno”
di Qaiser Felix
Il presidente dell’Apma (All Pakistan Minorities Alliance), testimone dell’attacco terrorista ieri a Karachi. Un bilancio di 138 morti e oltre 400 feriti. Secondo la polizia si tratta di terroristi; secondo il marito della Bhutto, si tratta di elementi nel governo.
Karachi (AsiaNews) – “È un atto vile di codardo terrorismo”: così Shahbaz Bhatti, presidente dell’Alleanza delle minoranze del Pakistan (Apma), definisce la doppia esplosione di ieri che ha provocato 138 morti e oltre 400 feriti. L’attentato è avvenuto vicino al veicolo che trasportava l’ex premier Benazir Bhutto in patria, dopo 8 anni di esilio volontario. Shahbaz era sul convoglio insieme alla Bhutto e ha riportato solo piccole ferite; anche l’ex premier è uscita indenne dall’attentato. Ad AsiaNews racconta quanto è successo: “L’attacco è avvento ieri sera, dopo la mezzanotte, mentre il corteo di centinaia di migliaia di persone si dirigeva alla tomba del Padre della patria Mohammad Ali Jinnah.
A un certo punto, nella zona di Karsaz, si sono avute due enormi esplosioni, proprio vicino al veicolo che trasportava la signora Bhutto, in testa al corteo. L’ex premier era appena scesa nel compartimento inferiore per riposare, quando c’è stata l’esplosione. I vetri del veicolo sono andati in frantumi, una porta è stata distrutta, ma tutt’attorno vi erano morti e feriti. Quando sono sceso dal veicolo, vi era sangue e brandelli di corpi dappertutto. Questo atto vile di codardo terrorismo ci offende profondamente e rattrista tutto il popolo pakistano. Questi giorni sono di lutto e di dolore”.
Il Ppp (Partito del popolo pakistano), sostenitore della Bhutto, ha dichiarato 3 giorni di lutto Intanto la polizia cerca di far luce sugli attentati. Manzoor Mughal, reponsabile dell’inchiesta, afferma di essere “sicuro al 100%” che si tratta di 2 attacchi suicidi.
Bhatti afferma che l’attacco “è stato compiuto da elementi codardi divenuti timorosi e insicuri dopo il ritorno della signora Bhutto, ricevuta dai pakistani con tale calore e entusiasmo”. Secondo il presidente dell’associazione delle minoranze, che combatte per i diritti civili nel Paese, “gli estremisti sono contrari al restauro della democrazia, alla supremazia della costituzione, alla sovranità del Pakistan, all’emancipazione delle donne e delle minoranze, per uno stato moderno e democratico, come era nella visione del fondatore Ali Jinnah”.
Subito dopo l’attacco, Benazir Bhutto è stata trasportata in fretta nella sua casa a Karachi.
Ieri, lasciando l’aeroporto per arrivare alla tomba di Jinnah, essa si è rifiutata di rimanere all’interno di una cabina di vetro antiproiettile, costruita alla sommità del veicolo, preferendo stare vicino ad altri rappresentanti del partito e salutando la folla.
La Bhutto non ha ancora dato alcun commento ufficiale sull’accaduto. Ma il sen. Farhatullah Babar ha detto che l’ex premier chiederà al governo di licenziare il capo dell’Ufficio di spionaggio, il brig. Ijaz Shah.
Il marito della Bhutto, Zardari, ha dichiarato alla Geo TV di sospettare che dietro gli attacchi non vi siano terroristi, ma elementi del governo.
Il presidente Parverz Musharraf e il primo ministro Shaukat Aziz hanno condannato le esplosioni. Tali atti – hanno dichiarato in due messaggi separati - non fermeranno il governo nella sua decisione di combattere il terrorismo.
La comunità internazionale, compresi Usa, Gran Bretagna e Nazioni Unite hanno condannato gli attacchi suicidi, e sperano che le violenze non fermino le imminenti elezioni parlamentari, in programma dal 15 novembre.
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