Sfeir: rischio caos se per eleggere il presidente non si rispetta la Costituzione
Il patriarca maronita ammonisce contro il pericolo che maggioranza ed opposizione scelgano ognuno un proprio capo dello Stato. Un inviato francese potrebbe essere già a Damasco. Salito a 100 il numero dei soldati morti a Nahr al-Bared.
Beirut (AsiaNews) – Due gli elementi di maggior rilievo di oggi nella perenne crisi libanese: un intervento del patriarca maronita Nasrallah Sfeir a proposito del quorum necessario per l’elezione del presidente della Repubblica – tema al centro di discussioni e polemiche – e l’annuncio che già da oggi dovrebbe essere presente nella regione un inviato francese, forse già arrivato a Damasco.
E’ intanto arrivato a 100 il numero dei soldati libanesi caduti dal 20 maggio ad oggi a Nahr al-Bared negli scontri contro i terroristi di Fatah al-Islam, ormai costretti, secondo l’esercito, in una zona di 300 metri per 600.
Sul piano politico, maggioranza ed opposizione, nelle dichiarazioni successive all’incontro francese, concordano sul fatto che la riunione di Celle Saint-Cloud ha migliorato il clima, pur restando divise sui passi da intraprendere. Il dissidio è centrato sulla formazione di un governo di unità nazionale, che l’opposizione considera prioritaria - malgrado l’esecutivo in carica sia a due mesi dalla scadenza naturale – e sull’elezione del nuovo presidente della Repubblica, in particolare sulla maggioranza dei parlamentari necessari per procedervi.
E’ su quest’ultimo argomento che è intervenuto il card. Sfeir. Da Diman, sua residenza estiva, ricevendo una delegazione del Partito democratico libanese, ha sostenuto che “se sono violati gli articoli della Costituzione e il presidente non è eletto con il quorum di due terzi, ciò potrebbe incoraggiare altri gruppi ad eleggere il loro presidente e ciò getterebbe il Paese nel caos”.
La Costituzione libanese prevede che il presidente – per tradizione un cristiano - va eletto dai due terzi dei parlamentari. Se il quorum non è presente al voto, può essere indetto un secondo giro di elezione, nel quale basta la maggioranza assoluta. Le forze di maggioranza, riunite nel gruppo del “14 marzo” hanno minacciato di procedere all’elezione con la maggioranza assoluta, se le forze di opposizione boicotteranno la riunione del Parlamento per l’elezione del successore di Emile Lahoud, prevista per settembre.
Il patriarca ha anche sostenuto che il prossimo presidente dovrà essere “un non allineato e capace di rafforzare e restaurare il ruolo del presidente”.
Il card, Sfeir ha anche parlato dell’incontro di Celle Saint-Cloud, indicandolo come prova della necessità del dialogo tra le forze politiche.
Proprio per portare avanti il dialogo, da Parigi è partito un inviato, Jean-Claude Cousseran, che secondo il quotidiano As Safir sarebbe anzi già a Damasco, per il primo incontro di alto livello della nuova amministrazione Sarkozy con il regime siriano. (PD)
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