Sfeir: non si può cambiare la Costituzione per eleggere il capo dello Stato
Beirut (AsiaNews) – Come ogni prima domenica di maggio da più di 103 anni, migliaia di libanesi di tutte le confessioni hanno celebrato ieri ad Harissa la festa di Nostra Signora del Libano, della quale il patriarca maronita, card. Nasrallah Sfeir, ha chiesto l’intercessione e l’aiuto in questo difficile momento del Paese.
In una giornata calda come non se ne ricordano di questo periodo, il patriarca, nel corso dell’omelia, ha sottolineato il valore dello stima che gode il Libano nel cuore del Papa e di tutti i suoi collaboratori ed ha invitato i suoi concittadini a seguire la via della ragione ed a superare le divisioni che rappresentano il vero pericolo che può distruggere la speranza nei cuori.
Il card. Sfeir è anche tornato a parlare della elezione del presidente della Repubblica, che per la Costituzione libanese è una carica riservata ad un cristiano. Ieri il cardinale ha ribadito la necessità di organizzare le elezioni presidenziali nel periodo previsto dalle Costituzioni, con un quorum di 2/3 dei deputati ed ha rinnovato il suo rifiuto categorico di ogni emendamento della Costituzione.
Della intangibilità della Costituzione il patriarca aveva parlato già al suo rientro dopo gli incontri della settimana scorsa in Vaticano. Ai giornalisti che gli chiedevano della proposta del generale Michel Aoun di procedere “per questa volta” alla elezione del capo dello Stato a suffragio universale, aveva risposto che “il ricambio costituzionale deve svolgersi secondo la Costituzione”. E ieri, parlando con i giornalisti, lo stesso card. Sfeir si è detto pronto a fare il nome di un candidato “di consenso” per la presidenza della Repubblica, “se ci garantiscono che la nostra scelta verrà presa in considerazione”. La risposta del patriarca è venuta in relazione all’affermazione fatta dal presidente della Camera, Nabih Berri, che in un’intervista al quotidiano As-Safir ha parlato della scelta di un presidente della Repubblica “consensuale” che sia gradito dal patriarca maronita.
Da parte sua, il generale Aoun, intervistato dalla televisione Al Arabiya, ha confermato la propria candidatura alla presidenza, sostenendo che “sarebbe uno shock” per i cristiani se egli non fosse eletto. “Non voglio – ha aggiunto – fare marcia indietro sulla mia candidatura. Non voglio appoggiare nessun altro. Non voglio accettare nessun altro”.