Sfeir: la presenza dell'Onu ci rassicura; ora, insieme, pensiamo a ricostruire
Beirut (AsiaNews) La presenza dei Caschi blu ed il dispiegamento dell'esercito libanese nel sud del Libano rendono possibile pensare alla ricostruzione, per la quale è fondamentale la solidarietà nazionale. E' quanto sostiene il patriarca maronita, il cardinale Nasrallah Sfeir. "Ormai, ha detto ieri durante la messa domenicale a Bkerke - con l'invio dell'esercito libanese nel sud-Libano è giunta l'ora della ricostruzione del Paese e dobbiamo ringraziare il Signore per questa nuova fase nella nostra storia". Al rito era presente una folta folla, venuta per esprimere solidarietà e gratitudine al patriarca Sfeir e a tutti i vescovi maroniti per l'atteggiamento oggettivo espresso nel loro settimo appello, pubblicato mercoledì scorso.
Il patriarca Sfeir ha sottolineato l'importanza della solidarietà inter-libanese per poter affrontare i danni subiti durante l'ultima guerra ed ha auspicato una maggiore collaborazione tra i responsabili politici, indicando la via della riconciliazione nazionale come "l'unica strada capace di farci uscire dalla crisi attuale, che si aggrava con l'approssimarsi dell'inverno e della riapertura delle scuole". Il card. Sfeir ha lanciato nuovo appello a tutti per offrire il loro contributo a favore dei fratelli bisognosi.
Il patriarca ha anche sottolineato l'importanza della presenza della forza di pace dell'ONU, che potrebbe garantire a tutti una sicurezza durevole, rinnovando la sua gratitudine al contingente italiano ed al suo governo che "non risparmia nessuna occasione per esprimere la sua vicinanza del popolo libanese".
Il patriarca Sfeir ha dato incarico a tre vescovi di compiere una visita nel sud-Libano, dove avranno incontri di natura pastorale e caritativa. La delegazione capeggiata da mons. Roland Abou Jawde, vicario generale del patriarca, e composta dall'arcivescovo maronita di Tiro, mons Choukrallah Nabil el Hajj, e dall'arcivescovo di Tripoli dei Maroniti, mons Georges Bou-Jaoude, ha colto l'occasione per organizzare incontri con le parrocchie maronite nel sud-Libano.
Mons Roland Abou-Jawde ha espresso la sua preoccupazione per la mancanza di fiducia nel futuro, esortando i cristiani a rimanere nella loro terra d'origine malgrado le sfide e le minacce che stanno affrontando ogni giorno. "Nessuno ha esortato - può ignorare il significato critico della vostra presenza in questa terra martoriata e le difficoltà che avete affrontato con coraggio in quest'ultimo periodo". "La vostra presenza in questa zona del Libano, come in altre, non è facile. Sia a livello nazionale che regionale, siamo in una posizione molto critica e pericolosa", ha detto il vicario generale del patriarca maronita, promettendo di trasmettere al patriarca ed a tutti i responsabili la preoccupazione dei cristiani del Sud-Libano, da dove vengono anche critiche alla Chiesa per la mancanza di generosità. Il sindaco maronita di Ain Ebel, Imad Khoury Sader, parlando con AsiaNews in occasione della visita della delegazione patriarcale maronita, lamenta che "purtroppo la nostra Chiesa dorme ancora; come possiamo ricominciare la nostra vita in un villaggio quasi distrutto dai bombardamenti, che non hanno risparmiato neppure la nostra chiesa della Madonna? Vogliamo ricordare ai responsabili che Ain Ebel è stato un villaggio che ha dato tanto alla Chiesa: ci basta di ricordare tante figure eminenti del villaggio, come il compianto cardinale patriarca Antonoine Khoraiche e mons Albert Khreich, ucciso 15 anni fa, fatto per il quale siamo ancora in attesa della verità. Come posso dire ai giovani cristiani di non correre alle ambasciate per emigrare, quando questi vedono gli altri venire aiutati e nessuno guarda ai loro bisogni?".
24/02/2005