28/08/2008, 00.00
LIBANO
Invia ad un amico

Sfeir: il nuovo capo dell’esercito sia “equidistante” da tutti i partiti

Il patriarca maronita ha espresso la necessità di riattivare la vita democratica del Paese e di rivitalizzare i servizi sociali, garanzia di una pace civile. Servirebbero “partiti interconfessionali”.
Beirut (AsiaNews) – Un comandante dell’esercito “al di sopra delle parti”, la creazione di partiti politici interconfessionali ed un completo ripristino della vita democratica: sono gli auspici per il futuro del Libano espressi ieri del patriarca maronita Nasrallah Sfeir.
 
Incontrando nella residenza estiva di Diman un gruppo della Caritas, il cardinale ha espresso la speranza che il nuovo comandante dell’esercito,che prenderà il posto di Michel Suleiman, eletto alla presidenza della Repubblica, “possa essere alla stessa distanza da tutte le parti politiche”
 
Il patriarca ha poi parlato della democrazia sostenendo la necessità di “riattivare la vita democratica e rivitalizzare i servizi sociali, che costituiscono una garanzia per la pace civile”. A proposito di democrazia egli ha affermato che essa “dovrebbe riprendere il suo corso in Libano, come negli altri Paesi del mondo, dove l’opposizione si oppone e la maggioranza governa” e che “per l’interesse nazionale bisognerebbe creare partiti interconfessionali”.
TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Sfeir: l’esercito sia imparzialmente al servizio di tutti i libanesi
15/09/2008
Dito puntato su Hezbollah per l’abbattimento dell’elicottero dell’esercito libanese
29/08/2008
Minacce contro chiese cristiane: torna la strategia della tensione anche nelle Sulawesi
21/09/2011
E’ servito solo a “rompere il ghiaccio” l’incontro francese tra i partiti libanesi
16/07/2007
Sfeir: come ai tempi della guerra civile, i partiti ricominciano ad armarsi
26/02/2007


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”