26/11/2007, 00.00
LIBANO
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Sfeir: c’è chi pensa alle proprie ambizioni a costo del bene della patria

di Youssef Hourani
Il patriarca maronita è tornato ad esprimere preoccupazione per il vuoto costituzionale. Sabato ha ricevuto il primo ministro Siniora che ha affermato piena disponibilità a collaborare. Aoun critica l’incontro ed invita il cardinale a lasciare la politica ai politici ed occuparsi delle questioni interne della Chiesa.
Beirut (AsiaNews) – E’ ferma la situazione politica libanese, bloccata anche dai lavori della Conferenza di Annapolis sulla pace tra israeliani e palestinesi. Il vuoto costituzionale crea comunque preoccupazione. Ieri, il Patriarca maronita Nasrallah Sfeir ha criticato la corsa dei politici che mirano a soddisfare i loro progetti personali, a costo degli interessi della patria e, secondo quanto riferiscono fonti a lui vicine, ha definito la situazione attuale “molto difficile, e tutti quanti abbiamo perso". Il patriarca ha espresso la sua preoccupazione, auspicando il raggiungimento di una soluzione durante la prossima seduta del Parlamento, prevista per il 30 novembre, perché in caso del fallimento, lo stato di stallo attuale prenderà un altro volto. Secondo le stesse fonti, il patriarca non si rifiuta di presentare un candidato fuori della lista della settimana scorsa, perché “il bene del Paese deve prevalere su tutti i beni".
 
Assicurazioni in tal senso sono state date al patriarca dal primo ministro, Fouad Siniora, recatosi sabato a Bkerke. Siniora ha ribadito l’interesse del suo governo al compimento del processo elettorale ed ha affermato la sua piena disponibilità a collaborare con il patriarca, ribadendo il suo pieno rispetto alle soluzioni presentate dallo steso patriarca. Fonti vicini al patriarcato maronita, hanno sostenuto con AsiaNews la piena sintonia tra il patriarca Sfeir ed il primo ministro Siniora sulla necessita di portare a compimento il processo elettorale fra una settimana.
 
La visita di Siniora e “il cerimoniale” col quale è stato accolto a Bkerke sono stati criticati dal generale Michel Aoun. In una intervista alla televisione NTV, Aoun ha detto di essere il “patriarca politico” dei cristiani ed ha chiesto al card. Sfeir di lasciare la politica nelle mani dei politici e di dedicarsi alle questioni interne della Chiesa. Aoun ha poi convocato tutti i responsabili cristiani ad una serie di riunioni nella sua residenza, “e non a Bkerke”, affermando la sua candidatura alla presidenza della Repubblica. Sostegno a tale aspirazione di Aoun è stato nuovamente espresso da Hezbollah.
 
Da parte sua, il leader delle Forze libanesi, Samir Geagea, che fa parte della maggioranza parlamentare, ha rinnovato il suo appello ad Aoun, perché il 30 novembre si rechi in parlamento, per compiere il suo dovere costituzionale e scegliere un presidente tra i due candidati della maggioranza (Boutros Harb, Nassib Lahoud), ribadendo il suo pieno appoggio all'elezione del presidente con la maggioranza assoluta.
 
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