Sfeir: Hezbollah, strumento libanese nello scontro di altri
Beirut (AsiaNews) Forte richiamo alla "solidarietà libanese" e duro attacco a Hezbollah da parte del patriarca maronita Nasrallah Sfeir, che ha chiamato ad un comune impegno per rimettere in piedi un Paese che ha subito, attraverso un "intermediario" libanese, una guerra tra Stati Uniti ed Israele da una parte, Iran e Siria dall'altra.
Sempre oggi, sono almeno una presa di distanza da Hezbollah le affermazioni di Sayyed Ali el-Amin, mufti di Tiro e Jabal, secondo il quale la maggioranza degli sciiti "è con Hezbollah per far fronte a Israele", ma "non è con Hezbollah se diviene un ostacolo contro il disegno dello Stato".
Il mufti ha criticato coloro che desiderano restare fuori, al momento, dal programma della Stato. "E' un errore. Noi siamo con il progetto dello Stato". "Non è vergognoso ha aggiunto, nel corso di un incontro con la stampa che Hezbollah consegni le sue armi all'esercito, perché il suo scopo di proteggere il Paese" e "non è vergognoso che Hezbollah si trasformi completamente in un partito politico".
Il card. Sfeir, che stamattina ha incontrato l'ambasciatore degli Usa, Jeffrey Feltman, e i capiredattori dei giornali libanesi, ha sottolineato l'aggravarsi della situazione nel Paese, indicando lo stato di miseria che colpisce il Libano da più di due mesi. Il patriarca ha evidenziato l'urgenza di intervenire, soprattutto alla luce dell'aumento dell'emigrazione di giovani: più di 200mila hanno dovuto lasciare il Paese nell'ultimo periodo e sono ancora in molti ad attendere il visto.
Rispondendo indirettamente ad alcune critiche sul settimo appello dei vescovi maroniti, per il fatto che non ha nominato Israele, il patriarca ha detto: "abbiamo espresso la nostra opinione contro Israele, che è sempre il nemico del Libano, nel comunicato pubblicato alla fine dell'ultima riunione dei leader religiosi nel mese di luglio, a Bkerke, ed abbiamo condannato le manovre d'Israele contro il Libano e contro gli arabi".
Il patriarca Sfeir ha infine richiamato l'attenzione dei responsabili sulla necessità di aprire una nuova fase storica, capace di seminare la fiducia tra l'autorità ed il popolo ed ha rivolto un forte appello agli emigrati perché rientrino ed offrano il loro contributo in questa fase storica della vicenda libanese, "perché non dobbiamo aspettare gli aiuti dall'estero per riprendere la nostra vita", ha concluso il patriarca Sfeir.
27/02/2007