14/05/2007, 00.00
LIBANO
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Sfeir ha chiesto a Lahoud di garantire una regolare elezione del capo dello Stato

di Youssef Hourani
L’incontro di venerdì tra il patriarca maronita ed il presidente della Repubblica continua ad essere al centro dell’attenzione politica. Il card. Sfeir avrebbe chiesto di non formare un nuovo governo, al quale invece Lahoud continua a pensare.

Beirut (AsiaNews) – Facilitare il regolare svolgimento della elezione del nuovo presidente della Repubblica, rispettando le previsioni della Costituzione, ed evitare la formazione di un altro governo. Sarebbero queste, secondo quanto sostiene il portavoce della presidenza della Repubblica,  Rafic Chlela, le principali preoccupazioni espresse dal patriarca maronita Nasrallah Sfeir al capo dello Stato, Emile Lahoud, nel corso del loro incontro di venerdì scorso, che continua ad essere al centro dell’attenzione degli ambienti politici libanesi, mentre Lahoud continua a lasciar trapelare la possibilità di dar vita ad un nuovo governo.

Anche fonti vicine al Patriarcato indicano gli stessi punti. Qualcuno sostiene che il card. Sfeir abbia anche sottolineato la necessità di portare avanti l’accordo per l’istituzione del tribunale internazionale che dovrebbe giudicare i responsabili dell’assassinio dell’ex premier Rafic Hariri e che avrebbe messo in guardia Lahoud sul pericolo di sconvolgimenti che accompagnerebbe un suo tentativo di rimanere in carica dopo la scadenza del suo mandato, il 24 novembre.

Ieri, il patriarca ha lanciato un duro monito, sostenendo che “la patria è in pericolo” e lamentando la divisione che continua ad esserci tra i politici libanesi ed in particolare tra i cristiani.

La commemorazione fatta ieri del decimo anniversario della visita in Libano di Giovanni Paolo II ha visto la partecipazione, nella sede del Patriarcato, a Bkerke, del patriarca siro-cattolico Boutrous VIII e di numerosi altri vescovi cattolici ed ortodossi. Il card. Sfeir ha rinnovato l’invito a mettere in pratica l’esortazione apostolica “Nuova speranza per il Libano”, consegnata nel coro della visita papale.  La prima necessità, ha sottolineato, è di superare le divisioni ed intraprendere un nuovo cammino sulla vera via della conciliazione nazionale. “Gli uomini di buona volontà dovrebberosacrificare i loro interessi personali sull'altare della patria, prima che sia tardi".

Il card. Sfeir ha infine rievocato la visita papale del 10 e 11 maggio 1997, quando più della metà della popolazione libanese scese sulle strade per accogliere il Papa che "espresso il suo vivo desiderio di poter vedere il Libano in pace". Anche Benedetto XVI, ha concluso il card. Sfeir, ha grande amore per il Paese dei cedri e non perde occasione per intervenire a favore della pace edella concordia in Libano e nella regione.

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