Sfeir chiede un governo che lavori per le elezioni e la riconciliazione
Beirut (AsiaNews) - Rientrato ieri pomeriggio dalla sua missione negli Stati Uniti, il patriarca maronita Nassrallah Sfeir già oggi alle 16.45 avrà un importante incontro politico con il ministro Albert Mansour, inviato dal premier incaricato Omar Karame. Un incontro che avviene a poche ore dall'esplosione che ha devastato il centro commerciale di Kaslik, vicino a Jounieh, zona cristiana, causando, secondo la polizia, la morte di due indiani e numerosi feriti. E' il secondo attentato che, nel giro di una settimana, colpisce quartieri cristiani.
Al ministro il Patriarca ribadirà l'importanza di formare un governo capace di organizzare le prossime elezioni legislative previste prima del 31 maggio prossimo e ripeterà la necessità di abbandonare anche il linguaggio della violenza per intraprendere tutti insieme un cammino di riconciliazione che permetta ad un Libano libero da ogni interferenza straniera di prosperare nella pace.
Proprio nella logica della riconciliazione nazionale, intanto, un gruppo di deputati dell'opposizione ha chiesto la liberazione di uno dei protagonisti della sanguinosa guerra civile, Samir Geagea, ed il rientro dall'esilio in Francia di Michel Aoun. Geagea era il capo delle Forze libanesi, la milizia cristiana, ed è l'unico di tutti i "signori della guerra" che imperversarono nel Paese ad essere stato incarcerato al termine di un processo, del quale anche Amnesty International da tempo chiede la revisione. Michel Aoun, anch'egli cristiano, era il capo dell'esercito libanese e nel 1991 fu costretto, proprio dai siriani a fuggire all'estero, dove è ancora.
"Non ci può essere riconciliazione nazionale finché Geagea rimane in prigione", ha detto il deputato cristiano Nematallah Abi Nasr, che ha promosso la petizione che ha raccolto le firme di altri cinque parlamentari, inclusi un sunnita, uno sciita ed un druso. In particolare il deputato druso Akram Shehayeb ha affermato che Geagea ed Aoun, che ha annunciato di voler rientrare a metà aprile, sono pilastri dell'opposizione e che la loro vicenda va risolta rapidamente.
La liberazione di Geagea è stata chiesta, anche dal patriarca Sfeir che, al suo arrivo in Libano, parlando con i giornalisti si è mostrato ottimista, malgrado le difficoltà. Egli ha affermato che la prosperità e la pace non dipendono solamente dagli altri, ma in primo luogo dai libanesi stessi, chiamati ad unire "le forze e i cuori" per poter realizzare un futuro migliore. Egli ha rivolto un appello ai libanesi a mettere da parte anche il linguaggio della violenza ed a cominciare il cammino verso la riconciliazione vera, ed ha concluso affermando che i responsabili americani e quelli delle Nazioni Uniti gli hanno promesso che presto ci sarà "un Libano libero da qualsiasi ingerenza esterna" ed hanno auspicato il ristabilimento della pace e la liberazione di tutto il territorio libanese. (YH)