11/02/2008, 00.00
LIBANO
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Sfeir, timori per le crescenti opposizioni alla candidatura Sleiman

Il patriarca maronita chiede che l’Onu intervenga nella crisi, ammonisce contro il pericolo della crescente emigrazione e lancia l’allarme: “il ritorno della Siria in Libano può essere reso possibile attraverso i suoi alleati”. Moussa, dall’opposizione nuove richieste, positive, ma esagerate.
Beirut (AsiaNews) – Timori sulla possibilità che il generale Sleiman sia finalmente eletto alla presidenza della Repubblica, una richiesta di intervento dell’Onu sulla situazione del Paese, l’avvertimento che “il ritorno della Siria in Libano può essere reso possibile attraverso i suoi alleati”, preoccupazione per la continua crescita di coloro che decidono di emigrare. Il patriarca maronita Nasrallah Sfeir è tornato a manifestare la sua ansia per il futuro del Paese dei cedri.
 
Malgrado gli attacchi portatigli da esponenti cristiani dell’opposizione guidata da Hezbollah, che ne hanno anche chiesto le dimissioni, il cardinale Sfeir ha ribadito ieri, durante la messa, la sua imparzialità nei riguardi di tutti, indicando il suo desiderio di vedere tutti i libanesi uniti sotto la bandiera nazionale ed ha ricordato che nella storia il patriarcato è sempre stato il garante dell'unita dei maroniti.
 
Il Patriarca ha ammonito contro il pericolo della chiusura del parlamento libanese, che continua ad impedire l'elezione del presidente della Repubblica, ora rinviata al 26 febbraio, ed ha espresso forte condanna contro le minacce che provengono da tutte le parti. Egli ha rinnovato il suo appello ai responsabili perché abbiano misericordia del popolo libanese che continua ad emigrare soprattutto nei diversi paesi del Golfo.
 
Un preoccupato scetticismo il patriarca ha poi espresso sulla possibilità della elezione a capo dello Stato del comandante dell'esercito libanese, il generale Michel Sleiman, alla luce delle critiche lanciate contro l'esercito. Egli ha comunque auspicato il raggiungimento di un accordo su Sleiman, perché l'esercito si e mostrato intatto malgrado tutte le sfide, ed ha considerato quelle persone che impediscono il proseguimento del processo elettorale, come strumenti nelle mani degli stranieri che non vogliono un futuro per la repubblica.
 
In una intervista data ad Al-Massira in occasione della festa S.Marone, il patrono della Chiesa maronita, il cardinale ha chiesto l'intervento delle Nazioni Unite perché pongano fine allo stato politico stagnante che continua a bloccare il paese dal 23 novembre, la data della vacanza della sede presidenziale,senza nascondere la sua simpatia nei riguardi del capo del governo Fouad Siniora, che sta “compiendo il suo dovere a servizio del popolo, in modo soddisfacente”. Egli ha aggiunto che Hezbollah è “il vero problema” del Libano perché “non ci possono essere due eserciti” ed ha lanciato l’allarme verso possibili mire di Damasco per un ritorno il Libano. “Personaggi ben conosciuti – ha aggiunto – cercano di permettere nuovamente alla Siria di controllare il Libano”.
 
Rientrato da Beirut al Cairo, intanto, il segretario della Lega araba, Amr Moussa, in un’intervista a Asharq al-Aswat ha rivelato che l’opposizione libanese ha presentato “nuove domande” per arrivare alla elezione del presidente della Repubblica. Senza entrare in particolari, egli le ha definite “positive”, ma “esagerate”. Moussa ha quindi annunciato un suo ritorno in Libano per il 24, quando avrà un ulteriore incontro con Michel Aoun, nel suo ruolo di portavoce dell’opposizione sulla questione del capo dello Stato, Saad Hariri, leader della maggioranza parlamentare, e l’ex presidente Amin Gemayel. (YH)
 
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