Seoul: se il Nord attacca, risponderemo in maniera adeguata
Seoul (AsiaNews/Agenzie) – La Corea del Sud si vendicherà se il Nord lancerà un attacco contro le sue navi dislocate lungo la Northern Limit Line, il confine marino a ovest della penisola coreana al centro di una disputa decennale fra le due Coree. È quanto annunciato oggi dal responsabile della difesa sud-coreano durante una riunione con i parlamentari.
Lee Sang-hee, Ministro sud-coreano della difesa, spiega che oltre alle misure “preventive” vi sono anche risposte “adeguate” da dare in caso di attacco e “nel più breve tempo possibile”, di modo che la situazione non “degeneri in un conflitto di larga scala”. Egli non ha escluso l’ipotesi di “colpire le basi” utilizzate da Pyongyang per un eventuale “lancio di missili” contro la Corea del Sud.
Analisti internazionali sottolineano una durezza “anomala” che traspare dalle parole del titolare del dicastero della difesa. Seoul, di solito, usa toni più morbidi e conciliatori verso il Nord e solo di rado parla “in maniera aperta” di un attacco. Le minacce reiterate delle ultime settimane potrebbero aver indotto a un cambio di strategia.
Ieri la Corea del Nord ha detto di essere pronta a un “confronto su tutta la linea” e che un attacco verso Seoul è “solo una questione di tempo”. L’agenzia ufficiale di Stato nord-coreana Kcna ha diffuso un comunicato nel quale etichetta il governo sud-coreano come “un gruppo di traditori” e avverte che “l’esercito popolare del Nord è “assolutamente pronto ad un confronto su tutta la linea”. Sempre ieri Radio Pyongyang ha parlato di una “situazione di crisi ai massimi livelli” e nessuno può sapere “quando scoppierà un confronto militare”.
Il regime comunista del Nord prosegue la strategia di tensione: oggi la Kcna riporta la notizia secondo cui Kim Jong-il ha nominato il generale O Kuk-Ryol vice-presidente della Commissione nazionale di difesa. Il generale, considerato un “falco” nell’ambiente, ha sempre propagandato una politica ostile nei confronti della Corea del Sud. Fonti interne alla Corea del Nord citate dall’agenzia sud-coreana Yonhap riferiscono inoltre di una stretta “amicizia” fra il figlio del generale O e il terzogenito del “Caro leader”, il 25enne Kim Jong-un, che il dittatore nord-coreano avrebbe designato quale suo erede al comando.
I venti di guerra fra le due Coree sono stati al centro dei colloqui fra il segretario di Stato Usa Hillary Clinton e la leadership politica sud-coreana. La Clinton ha affermato che i rapporti con la Corea del Nord non miglioreranno finché Pyongyang lancerà proclami “provocatori e di nessun aiuto” in un’ottica di dialogo. Il capo della diplomazia statunitense, partita alla volta di Pechino, ha avvertito il regime comunista di non effettuare alcun test missilistico. La Clinton non nasconde la “preoccupazione” dell’amministrazione americana in merito a possibili crisi legate alla successione di Kim Jong-il in Corea del Nord.