03/12/2024, 19.20
COREA DEL SUD
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Seoul: il presidente Yoon Suk Yeol proclama la legge marziale

Nei giorni scorsi oltre 1.400 sacerdoti sudcoreani avevano lanciato l'allarme per la democrazia chiedendo apertamente l'impeachment del presidente. I religiosi avevano definito Yoon un "uomo di menzogna" e un "uomo di violenza", "incapace di capire il suo ruolo e di rispettare il potere". I parlamentari nella notte votano contro il provvedimento e chiedono la rimozione del presidente.

Seoul (AsiaNews/Agenzie) - Il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol ha proclamato la legge marziale allo scopo “di sradicare le forze filo-nordcoreane e di proteggere l'ordine costituzionale della libertà”. L’annuncio è stato fatto durante un discorso in tarda notte trasmesso in diretta sull’emittente YTN. In un secondo momento il Parlamento ha votato a favore della rimozione della legge marziale.

È la prima volta che in Corea del Sud viene proclamata la legge marziale dalla fine della dittatura negli anni ‘80. L’esercito ha dichiarato che le attività politiche, comprese quelle del Parlamento, sono sospese, i media sono passati sotto il controllo del governo e gli scioperi sono stati vietati. Tutti i medici, compresi quelli che da mesi protestano contro il governo, sono stati richiamati in servizio. Dopo l’annuncio la polizia ha circondato il Parlamento.

Nel suo discorso, Yoon, che da tempo gode di indici di gradimento in discesa, non ha citato minacce specifiche da parte della Corea del Nord, ma ha fatto riferimento al Partito democratico, all’opposizione, che da aprile ha la maggioranza in Parlamento. Nei giorni scorsi il Partito democratico aveva presentato una legge di bilancio ridimensionata insieme a una mozione per mettere sotto accusa un revisore dei conti e il procuratore capo. Anche in passato Yoon aveva parlato di “forze filo-nordcoreane” per riferirsi a elementi che a sua detta ostacolano la sua agenda politica.

Già qualche giorno fa, il 28 novembre, 1466 sacerdoti cattolici coreani avevano pubblicato una lettera aperta in cui, lanciando l'allarme per la democrazia, chiedevano apertamente l'impeachment di Yoon. Un testo che alla luce dei fatti di oggi assume un significato particolare e che pubblichiamo qui sotto in una nostra traduzione.

"Poiché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio." (Romani 3,23)

Si dice che tutto ciò che è nascosto o celato prima o poi venga rivelato, e ora le mille e mille azioni compiute nell'oscurità stanno emergendo una ad una. La rabbia cresce senza controllo e l’insofferenza della gente non può più essere ignorato. Anche i sacerdoti cattolici non possiamo fare a meno di unirci al movimento che denuncia la situazione politica.

Anche quanti avevano insistito nel dire "aspettiamo ancora un po'" ora stanno ritirando la loro fiducia e le loro aspettative nei confronti del presidente. Non lo fanno per motivi personali, ma secondo lo spirito di giustizia e rispetto, dicono "non va bene". Non possiamo permettere che la restante metà del suo mandato distrugga il Paese e le persone, e perciò giungono alla conclusione che "non può andare avanti".

Anche i sacerdoti hanno lo stesso pensiero. Più lo osservano, più si rendono conto che “se vuole, non c'è nulla che non possa fare”. Ormai non si sorprendono più nemmeno delle cose più gravi che potrebbe compiere. Quindi ci chiediamo: perché è in questa condizione? Non è una domanda rivolta solo a lui, ma riguarda la miseria dell'essere umano, che desidera il bene ma non lo fa, e non vuole il male, ma finisce per farlo. (Romani 7,19) L’uomo, che avrebbe dovuto incarnare la salvezza di Dio per il mondo, perché è diventato la personificazione del male, danneggiando e distruggendo? Il parole del salmo penitenziale che recitiamo ogni venerdì mattina non sono mai state tanto dolorose. "Io conosco la mia iniquità, e il mio peccato è sempre davanti a me… Ecco, io sono stato generato in iniquità, e mia madre mi ha concepito nel peccato." (Salmo 51,5.7)

Nel caso del presidente Yoon Suk Yeol, la situazione è ancora più grave. È un "uomo di menzogna", che nega ciò che esiste e afferma che ciò che non esiste. Elimina tutto quanto dovrebbe esserci e protegge ciò che dovrebbe essere distrutto. È un "uomo di violenza" che non distingue tra ciò che è buono per tutti e ciò che è dannoso. Un "uomo di divisione" che spezza ciò che dovrebbe continuare e disperde ciò che dovrebbe essere unito. È un burattino del proprio ego, incapace di capire il suo ruolo e di rispettare il potere che il popolo gli ha dato. Un leader che arricchisce solo una piccola élite e condanna il resto alla rovina. La Bibbia lo descriverebbe come "la quarta bestia orribile e terribile, molto forte." (Daniele 7,7). Il sacrificio e il lavoro dei nostri eroi, che hanno lottato per l'indipendenza, per la democrazia, per la sopravvivenza e il benessere, sta svanendo. Non importa quanto ci proviamo, la nostra coscienza e razionalità non riescono a comprendere le sue azioni.

Lo consideriamo sinceramente degno di compassione, e preghiamo per lui. Ma "le cose cattive che escono dal suo cuore" (Marco 7,21-22) tormentano, contaminano e distruggono la Corea del Sud senza sosta, e non possiamo restare in silenzio. Ha abbandonato i principi e il buon senso costruiti in cinquemila anni, ha negato l'umanità e ha ridicolizzato Dio. Ha disprezzato le persone vulnerabili e distrutto le fondamenta della società, rifiutando infine Dio e il suo regno. Non possiamo giustificarlo per nessuna ragione. Come cattolici battezzati, non possiamo fare a meno di correggerlo e di punirlo per le sue azioni malvagie.

Se ha fatto qualcosa di positivo, è stato dimostrare che "uno" può salvare o distruggere il tutto. Proprio come l'incendio appiccato alla Porta Sungnyemun, un atto compiuto da una sola persona folle. Ma se parliamo di "uno", anche noi, come popolo, siamo una grande unità. Se la Corea del Sud è distrutta da questo comportamento sfrenato, dobbiamo chiederci cosa faremo di noi stessi. Ristabiliamo la nazione, partendo da ciascuno di noi. Inoltre, come sovrani, non solo abbiamo il diritto di eleggere, ma anche quello di rimuovere chi non compie il suo dovere. Non è troppo tardi per prendere una decisione. Dobbiamo procedere con un impeachment che chieda conto del fallimento del presidente nel rispettare la costituzione, difendere lo Stato e promuovere il benessere della nazione e della sua unificazione pacifica.

Il messaggio che oggi portiamo è che se un cieco guida un altro cieco, entrambi cadranno nella fossa, quindi non possiamo rimanere indifferenti. Nessuno è libero dalla schiavitù del peccato. Pertanto, dobbiamo esercitare l'amore e la misericordia, riprendendo l'umanità di ciascuno con fermezza.

Preghiamo per il regno di Dio e per la democrazia

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