Seoul: Inaccettabili le richieste del Nord per riaprire Kaesong
Seoul (AsiaNews/Agenzie) - La Corea del Sud ha rigettato questa mattina la lista di "richieste incomprensibili e ingiuste" presentate ieri da Pyongyang come "condizioni irrinunciabili" per far ripartire le operazioni nella zona industriale di Kaesong, il complesso industriale gestito dai due Paesi e laboratorio di convivenza nella penisola.
Kim Hyung-seok, portavoce del ministero sudcoreano per l'Unificazione, ha chiarito la posizione di Seoul in una conferenza stampa: "Le richieste del Nord, come saprete, sono del tutto incomprensibili e ingiuste. Chiediamo con forza a Pyongyang di far ripartire il dialogo, invece di presentare queste domande senza senso".
La Commissione della Difesa nazionale nordcoreana ha presentato ieri le richieste con un comunicato trasmesso dall'agenzia ufficiale del regime, la Kcna. Nel testo si legge che il futuro dell'area industriale congiunta di Kaesong "dipende dall'atteggiamento delle autorità della Corea del Sud, che se hanno davvero a cuore il futuro della zona industriale devono interrompere la politica ostile e le esercitazioni militari provocatorie con gli Stati Uniti".
Il regime guidato da Kim Jong-un chiede inoltre la gestione "totale" di alcuni fondi forniti dalla comunità internazionale al complesso e impone "l'immediata interruzione delle attività sovversive nei confronti del governo del Nord", fra cui l'invio di volantini anti-Pyongyang che gli attivisti sudcoreani mandano attraverso palloni aerostatici.
Ma il punto centrale è quello militare: l'accordo fra Seoul e Washington - che viene rinsaldato oggi con la visita ufficiale della presidente Park Geun-hye negli Stati Uniti - è una importante garanzia di sopravvivenza per il Sud. Nato nel 1953, dopo l'armistizio con il Nord - l'accordo militare prevede "cooperazione totale" fra i due Paesi: in Corea del Sud sono stanziati circa 60mila militari americani.
Il complesso industriale di Kaesong - che si trova in territorio nordcoreano - ha terminato le proprie operazioni lo scorso venerdì. Al momento Seoul fornisce "un minimo" di elettricità allo stabile, e nessuno dei due governi ha confermato in maniera ufficiale la chiusura della zona. Il Sud ha dovuto però versare al Nord 13 milioni di dollari per "tasse e stipendi non pagati" dopo che il regime aveva bloccato nell'area 7 dirigenti sudcoreani per "accertamenti fiscali".