Seoul nega ogni implicazione nel complotto per uccidere Kim Jong-il
Seoul (AsiaNews/Agenzie) – La Corea del Sud nega di aver assoldato un agente segreto per scovare il rifugio del leader nord-coreano Kim Jong-il e di aver ordito una trama per ucciderlo. “Non abbiamo nulla a che fare con la vicenda” riferisce un ufficiale in condizioni di anonimato, citando fonti governative, e ribadisce che questa è la posizione di Seoul sulla vicenda.
La notizia del complotto volto a eliminare il “caro Leader” è stato diffuso ieri in tarda serata dal governo nord-coreano: il Ministro per la sicurezza nazionale riferisce l’arresto di un agente addestrato dal Sud e il cui compito era di scovare Kim Jong-il, assente dalla scena pubblica o da eventi ufficiali dall’agosto scorso.
La notizia è stata pubblicata dall’agenzia di Stato Korean Central News Agency (Kcna), che riporta una dichiarazione ufficiale del ministero: “L’organizzazione (del Sud) gli ha inviato messaggi e segnalatori acustici ed equipaggiamenti per tracciare i movimenti del top leader e una dose di veleno letale”. Nel documento pubblicato dalla Kcna si parla di “missione terroristica” e non si menziona direttamente il nome di Kim Jong-il: In passato, spesso i media ufficiali hanno utilizzato l’espressione “top leader” per riferirsi al dittatore nord-coreano o altre figure di primo piano del regime.
L’agenzia spiega che il presunto agente avrebbe attraversato il confine all’inizio dell’anno e progettava – su ordine del governo sud-coreano – di uccidere il “caro Leader” con una dose di veleno. Pyongyang riferisce che l’uomo, di nome Ri e ora agli arresti, è un cittadino nord-coreano addestrato dalla Corea del Sud. Nel documento si parla infine di non meglio precisati “agenti stranieri” detenuti con l’accusa di aver raccolto campioni di terreno, acqua e materiali di scarto per acquisire nuove informazioni sul programma nucleare nord-coreano.
Le nuove accuse lanciate da Pyongyang sono una ulteriore conferma del clima di tensione che si respira fra le due Coree negli ultimi mesi. L’espulsione dei lavoratori dal complesso inter-coreano di Kaesong, il lancio di palloncini contrari al regime da parte di alcuni attivisti del Sud e il controverso programma nucleare nord-coreano hanno interrotto un dialogo costruito a fatica negli ultimi anni. La chiusura del regime del nord non sembra fornire sbocchi positivi per una risoluzione della crisi.
16/02/2009
24/08/2020 08:59