Seoul e Tokyo pensano al nucleare per fermare la minaccia di Pyongyang
Un ricercatore sudcoreano della Difesa spiega che solo pareggiando l'escalation nordcoreana si può uscire dalla crisi provocata dal test nucleare di Pyongyang. Tokyo: abbiamo diritto all'auto-difesa, anche nucleare.
Seoul (AsiaNews) La Corea del Sud "ha bisogno della tecnologia nucleare" e "deve rimettere al più presto in funzione i suoi impianti atomici", perchè questa è "l'unica strategia a medio-lungo termine che le permetterà di resistere alle minacce della parte nord del confine". Lo afferma Kim Tae-woo, ricercatore presso l'Istituto coreano per l'analisi difensiva.
Kim spiega che "solo in questo modo, pareggiando la bilancia atomica nella penisola, si può far capire a Pyongyang che aver infranto il patto di denuclearizzazione della penisola firmato nel 1992 le costerà caro e che il suo ricatto non porterà a nulla".
Secondo l'accordo, firmato nel 1991 ed entrato in vigore l'anno dopo, i 2 Paesi sono impegnati a non sperimentare, produrre, ricevere, vendere o usare alcun tipo di armamento nucleare.
Il ricercatore sottolinea che "Pyongyang ha più volte sfidato gli accordi internazionali in materia nucleare: oltre all'accordo del 1992 voglio ricordare il patto con gli Stati Uniti del 1994 e tutti gli inviti dell'Onu, più volte ignorati".
Dopo essersi ritirata in maniera unilaterale dal trattato di non-proliferazione nucleare, nel 2003, la Corea del Nord ha annunciato per la prima volta di possedere armamenti nucleari. Il 9 ottobre scorso ha sperimentato sul suo territorio una testata atomica: l'esperimento, dice il regime, "è stato un successo". La crisi internazionale provocata da questo annuncio è culminata nell'applicazioni di sanzioni internazionali contro il regime stalinista.
Per Kim, tuttavia, anche Seoul ha delle responsabilità: "Avrebbe dovuto mandare un messaggio forte al governo nordcoreano. Ora è troppo tardi, ed abbiamo bisogno dell'atomica anche noi perché la disparità di tecnologia bellica ci rende tutti ostaggi di Pyongyang".
Anche il Giappone la pensa allo stesso modo. Ieri, il neo-primo ministro Shinzo Abe ha dichiarato infatti che "anche Tokyo ha il diritto di costruirsi il suo arsenale atomico, perché la Costituzione ci vieta una militarizzazione aggressiva ma qui si parla di diritto all'autodifesa".
In ogni caso, il premier ha riaffermato che il governo nipponico intende mantenere la vecchia politica di non possedere, produrre o introdurre nel Paese armamenti nucleari.