Seoul approva la liberalizzazione del mercato del riso
Suscita proteste il progetto di legge approvato dall'Assemblea nazionale sudcoreana: il riso costituisce il principale introito degli agricoltori, e la concorrenza con i mercati esteri è insostenibile, ma la scelta è obbligata dato che la Corea del Sud fa parte dell'Omc.
Seoul (AsiaNews/Agenzie) - Un progetto di legge per la liberalizzazione dell'importazione di riso è stato approvato ieri dall'Assemblea nazionale sudcoreana. Dopo accese discussioni e scontri all'interno dell'Assemblea hanno votato a favore 139 dei 299 componenti della camera. I contrari sono stati 61 e gli astenuti 23.
"Abbiamo dovuto approvare il progetto di legge", ha dichiarato il relatore Kim Won-ki. "Dispiace a tutti - continua - sia a chi ha votato a favore che a chi ha votato contro. Dobbiamo però ricordarci che siamo membri della comunità internazionale e quindi questa è una scelta obbligata".
Come concordato con l'Organizzazione mondiale del commercio (Omc) la Corea del Sud aumenterà le importazioni di riso al 7,96% dell'intero fabbisogno domestico a fronte dell'attuale 4%, e ha la possibilità di attendere 10 anni prima di aprirsi in modo completo al mercato globale. I sostenitori del progetto di legge affermano che la scelta è obbligata: se l'assemblea non ratificherà il progetto, la Corea del Sud sarà costretta a subire sanzioni e questo indebolirebbe la posizione di Seoul nell'Omc.
"E' nostro parere - ha dichiarato Chung Sye-kyun, capo del partito Uri che ha la maggioranza in parlamento - che è fondamentale avere un periodo di 10 anni durante il quale dobbiamo analizzare e risolvere tutti i problemi riguardo il settore agricolo, mentre apriamo in modo parziale il mercato del riso".
Il voto ha innescato proteste in tutto il paese: i coltivatori minacciano di bloccare con la forza le importazioni di riso. Durante la discussione nell'Assemblea, hanno accatastato sacchi di riso davanti agli edifici provinciali governativi, oltre che in villaggi e città di tutta la nazione, e hanno ostruito le strade principali con i trattori. Una grande manifestazione è prevista per il 1° dicembre, e circa 2500 agricoltori minacciano di andare ad Hong Kong all'incontro del Wto, per manifestare contro la globalizzazione.
Gli agricoltori sudcoreani sono i più protetti del mondo, ma il loro numero è in continuo calo. Il loro futuro è incerto, incapace di fronteggiare la sfida della globalizzazione. La metà delle loro entrate, pari al 75% del reddito delle persone che vivono nelle città, è costituito dalla vendita di riso. Il governo compera un terzo del raccolto prodotto in eccesso, dato che la produzione supera il fabbisogno nazionale. Nonostante ciò, i debiti degli agricoltori aumentano : dai 23,1 milioni di won (174.800 US $) si è arrivati nel 2004 a 26,9 milioni di won. L'agricoltura sudcoreana è basata su piccole aziende ed è molto vulnerabile alle influenza esterne. I prezzi sono fra i più alti del mondo.
Una pesante tassa del 600% è imposta al sesamo importato, per evitare che il prodotto cinese a basso costo faccia concorrenza al raccolto coreano. Il governo ha investito più di 60 miliardi di US $ negli ultimi 10 anni nelle aree rurali e ha annunciato un programma che prevede di destinare al settore agricolo altri 100 miliardi di US $ nei prossimi 10 anni, nella speranza che il provvedimento fermi l'esodo dalle campagne alle città.
I coreani che operano nel settore agricolo sono 3,4 milioni. Negli ultimi 10 anni più di mezzo milione di agricoltori ha rinunciato al questo lavoro.