Seoul, leader religiosi chiedono pace ed aiuti per la Corea del Nord
I rappresentanti delle sette religioni maggiori coreane invitano al dialogo pacifico, anche se con un occhio alla situazione internazionale, fra Seoul e Pyongyang. Ripreso l'invio di aiuti dal Sud alla popolazione nordcoreana colpita dalle alluvioni.
Seoul (AsiaNews) Il Consiglio coreano dei leader religiosi ha pubblicato un documento in cui si chiede a tutti i fedeli coreani di lavorare affinché possa riprendere il dialogo fra le due Coree, bruscamente interrotto dopo i test missilistici compiuti da Pyongyang lo scorso 4 luglio.
Il Consiglio è composto dai rappresentanti delle sette religioni maggiori della penisola ed il documento da loro cofirmato è intitolato "Per la pace della penisola e la riunificazione della nazione". Il vescovo di Kwangju e presidente della Commissione episcopale per l'unità dei cristiani ed il dialogo interreligioso, mons. Hyginus Kim Hee-jooing, è il rappresentante della Chiesa cattolica.
"I problemi della penisola coreana si legge nel testo possono essere risolti con un metodo che sia vincente per entrambi i governi, il dialogo pacifico. Questo si deve basare però anche sulla profonda comprensione della situazione internazionale attuale". "Per l'amore fraterno e l'armonia del nostro popolo unico concludono i leader non bisogna interrompere tutte quelle operazioni che aiutano la nazione, come l'invio di aiuti umanitari alle vittime delle recenti alluvioni e la riunificazione delle famiglie separate dal confine. La situazione politica, davanti a tutto ciò, deve passare in secondo piano".
L'appello sembra essere stato accolto, quanto meno da Seoul, che ha inviato ieri la prima nave di aiuti umanitari alla popolazione della Corea del Nord, colpita a luglio da alluvioni ed inondazioni che hanno provocato un numero indefinito di vittime. Per Pyongyang esse sono "poche decine", per le Nazioni Unite sono 154 dato confermato dalla Caritas Internationalis mentre per la Ong sudcoreana "Buoni Amici" sono oltre dieci mila.
Gli aiuti sono i primi che Seoul spedisce al Nord, dopo la sospensione decisa a seguito dei missili lanciati contro il Giappone e caduti in mare dopo pochi secondi di volo. Nella nave vi sono 100 tonnellate di farina, 37 mila confezioni di spaghetti liofilizzati e 15 mila coperte. La Croce rossa nordcoreana, tuttavia, ha rifiutato l'offerta d'aiuto della sua controparte meridionale ed ha dichiarato di poter gestire la crisi da sola.