Sendai, i cattolici danno l’ultimo saluto a p. Lachapelle e alle vittime dello tsunami
P. Charles Aime, superiore regionale del Meq da 12 anni a Sendai, afferma che nel nord-est del Giappone la situazione è drammatica, ma sottolinea che il popolo giapponese stà affrontando uno degli eventi più drammatici della sua storia con forza e dignità.
La diocesi di Sendai si estende su un territorio che comprende le prefetture di Miyagi, Fukushima e Iwate, dove lo tsunami ha cancellato intere città e villaggi. P. Pedro Komastu, cancelliere della diocesi, afferma che a tutt’oggi non si hanno notizie delle parrocchie di Iwaki, Yumoto, Haranomachi, tutte situate nella prefettura di Fukushima. Il sacerdote fa sapere che gli edifici della diocesi non hanno subito gravi danni e verranno utilizzati nelle operazioni di soccorso e che la Chiesa ha già iniziato una raccolta di aiuti per le vittime.
In questi giorni la parrocchia di Yostuya a Morioka (Iwate), ha raccolto beni di prima necessità e messo a disposizione il suo pulmino per soccorrere gli abitanti della città di Kamaishi (Miyaki), non ancora raggiunta dalle squadre di militari e protezione civile. A Morioka gli aiuti umanitari sono stati raccolti anche dagli studenti della scuola cattolica Shirayuri (Morioka) che hanno scelto come centro di distribuzione i locali della parrocchia di Yostuya.
A tutt’oggi il bilancio delle vittime è di 2.475 morti e 3.611 dispersi.
Intanto, una nuova scossa di magnitudo 6,3 è stata avvertita di fronte alla costa di Fukushima. Le autorità avvertono sul pericolo di una possibile fuga radioattiva dalla centrale nucleare, dove oggi vi è stata un esplosione nel reattore n.3. Il governo ha invitato gli abitanti residenti entro 30km dalla centrale di non uscire di casa e in queste ore stanno compiendo controlli sul livello di radiazioni anche a Tokyo. Ma finora assicurano che i contenitori del nocciolo sono integri e hanno inviato a tutti i giapponesi un sms per invitarli a non sprecare energia. (S.C.)