Sendai, Natale fra i sopravvissuti dello tsunami
di David Uribe
A nove mesi dalla tragedia, completata la sistemazione delle migliaia di senza tetto in case prefabbricate. Sacerdoti e fedeli cattolici dell’arcidiocesi di Sendai, organizzano raccolte di cibo e offrono sostegno spirituale a chi ha perso tutto. I giapponesi delle megalopoli donano alberi di Natale e addobbi alle vittime del disastro.
Sendai (AsiaNews) – Per i cristiani giapponesi, il Natale è un’occasione per condividere le sofferenze di migliaia di persone che hanno perso tutto a causa della catastrofe e per ricordare le oltre 15mila vittime. Quest’anno alle celebrazioni natalizie nell’arcidiocesi di Sendai, parteciperanno anche centinaia di famiglie non cristiane, che in questi mesi hanno vissuto insieme ai cattolici delle parrocchie di Sendai, Morioka, Miyagi e Fukushima. Nei giorni scorsi, i cittadini di Tokyo, Yokohama, Osaka e di altre megalopoli del Paese hanno organizzato una raccolta fondi per donare a tutte le famiglie colpite un albero di Natale, luci e addobbi.
A nove mesi dalla tragedia costata oltre 15mila vittime, la maggior parte degli sfollati vive in case prefabbricate situate intorno alle città e ai villaggi spazzati via dall’onda anomala. Per ricostruire la vita sociale delle comunità, il governo ha allestito in ogni area una serie di saloni destinate alle attività ricreative per bambini, giovani e anziani, rette dai volontari della Chiesa cattolica e organizzazioni non governative.
Nonostante il carico di vittime e sofferenza, il dramma dello tsunami ha ridato vita e unità alle comunità cattoliche giapponesi, impegnando giorno e notte sacerdoti e fedeli. Nelle arcidiocesi di Sendai e Sapporo, le parrocchie si sono trasformate in centri di raccolta viveri e reclutamento volontari da inviare nelle aree più remote.
P. Marco Antonio de la Rosa, sacerdote messicano dei missionari di Guadalupe e parroco della comunità di Myako, ha convertito i saloni parrocchiali in un magazzino per la raccolta e distrubuzione di cibo destinato alle famiglie costrette a vivere dentro i prefabbricati. Insieme a decine di volontari, il sacerdote organizza ogni mattina una visita agli sfollati, offrendo loro cibo, bevande calde e conforto spirituale. P. Joseé Alfredo Fonzalex della parrocchia di Motodera (arcidiocesi di Sendai) è anche egli messicano e missionario di Guadalupe. Insieme ad alcuni fedeli, il sacerdote è impegnato da mesi nel sostegno di coloro che hanno perso nella tragedia mariti, figli, genitori e che ora vivono uniti ad altre famiglie all’interno dei container. P. Juan de la Cruz Aizu Takashi parroco delle comunità di Kesennuma e Ishinomaki, ha seguito le pratiche di rientro delle centinaia di stranieri residenti nelle aree terremotate, ospitandoli nei locali parrocchiali e consentendo loro di entrare in contatto con i familiari.
A nove mesi dalla tragedia costata oltre 15mila vittime, la maggior parte degli sfollati vive in case prefabbricate situate intorno alle città e ai villaggi spazzati via dall’onda anomala. Per ricostruire la vita sociale delle comunità, il governo ha allestito in ogni area una serie di saloni destinate alle attività ricreative per bambini, giovani e anziani, rette dai volontari della Chiesa cattolica e organizzazioni non governative.
Nonostante il carico di vittime e sofferenza, il dramma dello tsunami ha ridato vita e unità alle comunità cattoliche giapponesi, impegnando giorno e notte sacerdoti e fedeli. Nelle arcidiocesi di Sendai e Sapporo, le parrocchie si sono trasformate in centri di raccolta viveri e reclutamento volontari da inviare nelle aree più remote.
P. Marco Antonio de la Rosa, sacerdote messicano dei missionari di Guadalupe e parroco della comunità di Myako, ha convertito i saloni parrocchiali in un magazzino per la raccolta e distrubuzione di cibo destinato alle famiglie costrette a vivere dentro i prefabbricati. Insieme a decine di volontari, il sacerdote organizza ogni mattina una visita agli sfollati, offrendo loro cibo, bevande calde e conforto spirituale. P. Joseé Alfredo Fonzalex della parrocchia di Motodera (arcidiocesi di Sendai) è anche egli messicano e missionario di Guadalupe. Insieme ad alcuni fedeli, il sacerdote è impegnato da mesi nel sostegno di coloro che hanno perso nella tragedia mariti, figli, genitori e che ora vivono uniti ad altre famiglie all’interno dei container. P. Juan de la Cruz Aizu Takashi parroco delle comunità di Kesennuma e Ishinomaki, ha seguito le pratiche di rientro delle centinaia di stranieri residenti nelle aree terremotate, ospitandoli nei locali parrocchiali e consentendo loro di entrare in contatto con i familiari.
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