27/04/2010, 00.00
CINA
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Sempre più repressiva la Cina dei successi economici

Arresti, condanne, lager per rieducazioni; “prigioni nere” per far sparire dimostranti, censura su internet sono cresciuti durante il 2009. La Cina si sente più sicura grazie alla sua economia e al potere internazionale che ha assunto. Ma crescono anche lo scontento e gli scontri con la polizia. Attuare i diritti umani per varare davvero la “società armoniosa” di Hu Jintao.
Pechino (AsiaNews/Chrd) – La Cina è divenuta più aggressiva nell’oppressione dei diritti umani e ha rafforzato la sua repressione verso un esercito di attivisti, organizzazioni non governative, giornalisti on-line, avvocati. Il motivo sta proprio nel suo successo economico e nel suo crescere come superpotenza. Allo stesso tempo, questi successi economici creano ancora più corruzione e ingiustizie e sempre più proteste e “incidenti di massa”, cioè manifestazioni e scontri con le forze dell’ordine.
 
É il giudizio espresso da Renée Xia, direttrice del Chrd (China Human Rights Defenders) all’uscita del Rapporto annuale sulla situazione dei difensori dei diritti umani in Cina per il 2009 (Annual Report on the Situation of Human Rights Defenders in China (2009)), reso pubblico ieri.
“Il 2009 – ha detto – si staglia come un anno particolarmente repressivo per ciò che riguarda le tattiche aggressive del governo cinese contro gli attivisti per i diritti umani”.
 
La Xia ricorda che nel 2009 sono stati imprigionati Liu Xiaobo, co-estensore del documento Carta 08 (v. foto con la moglie); Huang Qi e Tang Zuoren che hanno aiutato i genitori che hanno perduto bambini nel terremoto del Sichuan.
 
Ma la lista degli arresti è lunghissima: attivisti su internet; avvocati per la difesa dei diritti umani e per cause in difesa delle persone avvelenate col latte alla melamina; dimostranti e portatori di petizioni.
 
Secondo il Chrd, la maggiore violenza del governo cinese si spiega con questioni molto sensibili avvenute nel 2009, quali la diffusione di Carta 08 e i 20 anni dal massacro di Tiananmen. Ma soprattutto, la maggiore repressione è frutto della “crescita dell’economia e del potere internazionale [del governo], contribuendo a un innalzamento della sicurezza e della grinta fra i leader cinesi, che può aver spinto i rappresentanti governativi a una maggiore sicurezza nel reprimere con durezza i difensori dei diritti umani”.
 
Proprio lo sviluppo economico è però fonte di nuove scosse: corruzione, sicurezza sociale cancellata, abisso sempre più grande fra ricchi e poveri, portando al fallimento il progetto di “società armoniosa” tanto caro al presidente Hu Jintao. In realtà – spiega il Chrd – le azioni del governo bloccano le piste per alleggerire le pressioni sociali”.. In tal modo i cittadini cinesi divengono sempre più disillusi con il sistema legale e ciò porta a un incremento di proteste, attivismo on-line e “incidenti di massa”.
 
Il Chrd chiede al governo cinese la fine delle persecuzioni contro gli attivisti, la chiusura delle “prigioni nere”, dove si fa sparire gli oppositori; dei lager in cui si è rinchiusi senza processo;  la fine della censura su internet; la ratifica della Convenzione Onu per i diritti civili e politici, sottoscritta dalla Cina fin dal 1998, ma mai messa in opera.
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