19/11/2007, 00.00
LIBANO
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Segnata dalla sfiducia, si apre la settimana cruciale per la scelta del capo dello Stato libanese

Veti incrociati bloccano l’elenco di candidati “di consenso” elaborato dal patriarca Sfeir per la successione dell’attuale presidente della Repubblica, che scade il 24 novembre. Si intensificano gli interventi internazionali.
Beirut (AsiaNews) – L’affermazione del ministro degli esteri francese Bernard Kouchner, di avere “meno fiducia” della possibilità di trovare una soluzione alla crisi politica libanese apre la settimana cruciale dell’ultima occasione “regolare” per l’elezione del presidente della Repubblica, visto che l’attuale, Emile Lahoud, scade il 24 novembre. Il giorno prima è convocato il Parlamento.
 
Il pessimismo di Kouchner, che solo una settimana si era invece mostrato ottimista, trae origine da quelli che, oggi, An Nahar chiama i “veti incrociati” che hanno accolto la lista di candidati “di consenso”, che è stata presentata dal patriarca maronita, Nasrallah Sfeir. A chiedere l’intervento esplicito del cardinale erano state tutte le parti politiche, allo scopo di “sbloccare una situazione divenuta drammatica”, come lo stesso patriarca ha detto. E ieri, nel corso della celebrazione della messa domenicale, il card. Sfeir ha lanciato un nuovo appello a tutti i responsabili, perché “si assumano le loro responsabilità nei confronti del Paese, soprattutto in questo momento così cruciale”.
 
La scadenza presidenziale sta impegnando la diplomazia internazionale: terminata la visita del segretario dell'Onu Ban Ki-moon, ieri Kouchner è tornato in Libano, oggi arriva il segretario della Lega araba, Amr Moussa, e si parla di una prossimo arrivo dei ministri degli Esteri di Italia e Spagna, Massimo D’Alema e Miguel Angel Moratinos.
 
Ma ciò di cui si parla e si scrive, a Beirut, sono i veti. Così, l’opposizione guidata da Hezbollah avrebbe escluso i nomi di Butros Harb, Nassib Lahoud, Robert Ghanem e Michel Khoury, mentre accetterebbe Michel Edde e il governatore della Banca centrale, Riad Salameh. Dal canto suo, la maggioranza avrebbe posto il veto sul nome di Michel Edde. Nessun “no” è invece circolato sul nome del principale candidato dell’opposizione, Michel Aoun, che nei giorni scorsi, intervistato dalla televisione di Hezbollah, Al Manar aveva sostenuto di rifiutare “l’idea di avere il suo nome incluso in una lista che comprende candidati senza seguito popolare e che non hanno avuto mandato parlamentare”. Contro questa impostazione, circola il nome del capo dell’esercito, Michel Suleiman, che però non sarebbe nella lista.
 
Coloro che hanno ufficialmente avuto la lista - Saad Hariri, capo della maggioranza parlamentare del “14 marzo” e Nabih Berr, presidente del Paramento, ma anche capo di Amal, che è all’opposizione – stanno intanto discutendo con le rispettive fazioni, alla ricerca di una difficile soluzione. (PD)
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