Segnali contradditori dai sauditi sul dialogo interreligioso
Riyadh (AsiaNews/Agenzie) – Il re Abdullah Bin Abdul Aziz si dichiara aperto e favorevole al dialogo tra musulmani, cristiani ed ebrei finalizzato ad una coesistenza pacifica tra gli appartenenti alle religioni.
In dichiarazioni riportate dall’agenzia stampa saudita, il re ha affermato: “Abbiamo perso la fede nella religione e il rispetto per l’umanità. La disintegrazione della famiglia e l’ateismo diffuso nel mondo sono fenomeni spaventosi con cui tutte le religioni devono fare i conti e che devono sconfiggere”.
Il re ha parlato durante il sesto forum per il dialogo tra le civiltà organizzato dal Ministero per gli affari esteri e concluso il 24 marzo, che ha visto tra i partecipanti il Giappone e rappresentanti del mondo islamico. Re Abdullah ha aggiunto: “C’è un pensiero che mi ossessiona da due anni. L’umanità soffre e questa crisi ha causato uno squilibrio della religione, dell’etica e dell’umanità intera. Per questo ho pensato di invitare le autorità religiose ad esprimere un parere su ciò che accade nel mondo e, se Dio vuole, cominceremo ad organizzare incontri con i fratelli appartenenti ad altre fedi”.
Il sovrano, che ha già discusso il suo progetto con il Papa durante la visita in Vaticano lo scorso novembre, sta valutando la richiesta avanzata da Benedetto XVI di poter costruire chiese nel regno saudita. Secondo un portavoce vaticano, p. Federico Lombardi, se la Chiesa ottenesse il permesso sarebbe un evento di dimensioni storiche.
Nonostante il clima d’apertura in cui è avvenuto il forum e la propensione al dialogo dimostrata dal re, una settimana fa 77 membri dell’assemblea consultiva hanno votato contro la risoluzione ONU per l’approvazione di un patto internazionale per il rispetto delle religioni. Secondo i membri contrari il riconoscimento di altre religioni è un rischio per la comunità musulmana che sarebbe ‘obbligata’ a rispettarle e ad assistere inerme alla proliferazione di luoghi di culto nei Paesi musulmani.
In netta minoranza i 33 membri favorevoli che si dichiarano sorpresi dell’esito della votazione. Essi affermano che il veto è stata una mossa provocatoria in risposta agli attacchi contro l’Islam da parte dei vignettisti danesi, olandesi ed anche americani coinvolti nella pubblicazione delle caricature su Maometto.