Seconda successione dinastica dei Kim: tutto in famiglia
Tokyo (AsiaNews) – Secondo il quotidiano giapponese Asahi, quanto avvenuto in Corea del nord i questi giorni, può influenzare in profondità la pace e la sicurezza in Giappone e nell’Asia settentrionale.
Il 27 settembre il leader Kim Jong Il ha conferito il titolo di generale di “quattro stelle” a sei persone tra le quali il suo terzo figlio Kim Jong-un (27 anni) e sua sorella Kim Kyong Hui (64). Il giorno dopo, durante la convenzione del Partito dei lavoratori [partito comunista], che si radunava per la prima volta in 44 anni, ha nominato il giovane Kim membro del Comitato centrale del partito e vicepresidente della Commissione centrale militare per la difesa nazionale, che è l’organo più autorevole nella Corea del nord.
L’elezione a generale di un giovane uomo e di una donna, che non ha esperienza militare, è un’anomalia bizzarra nel mondo, ma non in quella nazione. Essa appare di fatto come la realizzazione di un disegno preciso: la successione dinastica del potere di governo, a modello della famiglia confuciana (una cosa molto simile avviene anche in Cina, con i figli dei leader del Partito, i cosiddetti “principini”).
Kim Il Sung, il fondatore
Con quella nomina, Kim Jong Il (68) ha fatto per il figlio Jong-Un quello che suo padre Kim Il Sung aveva fatto per lui nel 1970, quando lo ha nominato vicepresidente del Partito comunista nord-coreano, indicandolo come suo successore al governo del Paese. E di fatti lo è diventato 24 anni dopo, alla morte del padre (1994).
Kim Il Sung (1912-1994), personalità carismatica, senza scrupoli, ha programmato il mantenimento del potere in seno alla sua famiglia, da quando, nel 1948, è diventato il leader della parte nord della penisola coreana. È riuscito a crearsi un tale culto della personalità che i nordcoreani, anche dopo la sa morte lo chiamano il “grande Leader” e nella costituzione e indicato come il “Presidente eterno”.
Poichè per i nordcoreani il presidente è uno solo - quello “eterno” - il titolo ufficiale del figlio, che gli è succeduto, è quello di “segretario generale del partito comunista” e di presidente della Commissione centrale della difesa nazionale. A livello popolare viene definito soltanto il “caro Leader”.
Tempi brevi per Kim Jong Il
Kim padre si è preparata la successione del figlio Jong Il con calma. Sono passati 24 anni dalla designazione come erede fino alla realizzazione.
Per Kim Jong Un il processo di approccio alla successione è assai diverso. Il suo nome è apparso per la prima volta nei media della Corea del Nord il 27 settembre, quando il padre lo ha nominato generale; ma anche da allora non è mai apparso in pubblico, meno che per qualche immagine. Ma vi apparirà in pienezza alla parata militare programmata per il 10 ottobre, 65mo anniversario della fondazione del partito dei lavoratori.
Per Kim Jong Il, la decisione di affrettare la successione alla leadership, almeno implicitamente, con le due nomine per Jong Un è dovuta soprattutto a ragioni di salute: un grave attacco cardiaco nell’agosto del 2008 gli ha lasciato conseguenze serie. Inoltre nel 2012 ci saranno avvicendamenti a livello internazionale, che incideranno sulla politica estera della Corea del Nord. E cioè: l’ascesa di nuovi presidenti negli Stati Uniti, in Russia e nella Corea del Sud, insieme al cambio del presidente e segretario del Partito comunista in Cina.
Probabilmente l’assemblea generale del partito comunista si doveva tenere nel 2012, centenario della nascita del “grande Leader”: l’averla anticipato tradisce il senso di urgenza.
Data l’età e la salute precaria del “caro Leader” è improbabile che il giovane Jong Un avrà sufficiente tempo per prepararsi alla successione. Per ovviare alla difficoltà il padre gli ha messo accanto due persone con forte esperienza di governo politico: la già menzionata Kim Kyong Hui (64), sua zia, e il marito di questa , Jang Song Thaek (46), nominato vice presidente della commissione centrale di difesa nazionale. Dati i legami di parentela di ambedue e la lunga collaborazione politica con Kim Jong Il, la successione dinastica del potere sembra sufficientemente fondata.