Scuole cattoliche in India, fattore di democrazia e sviluppo
Intervento del card. Toppo all'apertura dell'Assemblea generale della Conferenza episcopale indiana, incentrata quest'anno sull'impegno della Chiesa nell'educazione. Ai lavori partecipano più di 160 vescovi.
Bangalore (AsiaNews) "L'educazione, chiave del progresso, è una missione e non una semplice occupazione". Con questa parole il cardinale Telesphore Toppo, arcivescovo d Ranchi, è intervenuto ieri all'apertura della 27esima Assemblea generale della Conferenza episcopale indiana (Cbci), in corso a Bangalore. L'incontro, previsto ogni due anni, è incentrato in questa edizione su "L'educazione cattolica e l'attenzione della Chiesa per gli emarginati".
Nel suo discorso inaugurale il card. Toppo, presidente della Cbci, ha insistito sull'importanza di avere tutti, "laici, religiosi e sacerdoti", una visione comune della missione nel campo educativo. Il porporato, primo cardinale tribale, ha poi spiegato il contributo della Chiesa alla democratizzazione dell'educazione in India. "Le nostre scuole sono aperte a tutti, in modo speciale ai poveri e agli emarginati, senza distinzioni di casta, razza o fede". Questo impegno continua "ha avuto un impatto diretto sugli aspetti sociali e culturali" del paese.
Il card. Toppo nota che "la Chiesa ha utilizzato l'istruzione per aprire gli orizzonti della conoscenza a tutti, fin dal XIX secolo, quando essa era un privilegio riservato solo a una ristretta elite". Non solo. Offrendo un'istruzione a tutti - ricorda - "le scuole cattoliche hanno fatto molto anche per sensibilizzare su alcuni mali della società indiana, come la discriminazione legata al sistema delle caste". "Proprio l'istruzione conclude ha permesso anche agli emarginati, dalit e tribali, di poter competere ad esempio nella partecipazione politica, con le classi più alte".
La prima giornata dell'Assemblea generale ha visto anche l'intervento del nunzio apostolico in India, mons. Pedro Lopez Quintana. Il rappresentante vaticano ha invitato i vescovi presenti a promuovere un "sempre maggiore e fruttuoso dialogo interreligioso in un paese, dove il cristiano è spesso ancora visto come straniero". Mons. Quintana ha poi ricordato l'enciclica Deus caritas est: "È l'amore per la vostra gente che porterà a compimento tutti i vostri sforzi apostolici".
I lavori dell'Assemblea generale si chiuderanno il 15 febbraio. Ad essa partecipano oltre 160 vescovi. In tutto la Cbci conta più di 200 membri di tradizione latina, siro-malabarese, e siro-malankara. (NC)