06/09/2007, 00.00
CINA
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Scuola: niente libri gratuiti per i figli di migranti

Il governo del Guandong paga i libri per la scuola dell’obbligo, ma solo a chi ha la residenza legale. Esclusi almeno 1,56 milioni di figli di migranti. Un dirigente scolastico: Pechino assorbe il 70% delle tasse ma non garantisce nemmeno l’istruzione obbligatoria gratuita.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Libri gratis per 10,25 milioni di studenti che frequentano i 9 anni di scuola dell’obbligo nel Guangdong, ma non per gli (almeno) 1,56 milioni di figli di migranti privi dell’hukou (residenza legale nella provincia). Lo ha annunciato il dipartimento provinciale per l’Istruzione, quando il 3 settembre sono riprese le lezioni, sottolineando che è la prima provincia che provvede al beneficio a favore di “tutti gli studenti delle zone rurali”.
 
Ma i migranti in genere non sono registrati come residenti, anche se spesso l’intera famiglia vive in modo stabile nella provincia. Secondo dati del Consiglio di Stato, nel 2005 sono andati a scuola nel Guangdong 1,56 milioni di figli di migranti ma si stima che i 40 milioni di lavoratori migranti della zona del Delta del Pearl River vogliano farsi raggiungere da non meno di altri 3,56 milioni di bambini. Molti non lo fanno proprio per il costo della scuola dell’obbligo, che qui dovrebbero pagare come non residenti.
 
Charlie Xin, che conduce 6 scuole per figli di migranti a Guangzhou con oltre 10mila scolari, dice che non ha ricevuto alcun sussidio dalla provincia, benché circa la metà dei suoi studenti siano residenti nel Guangdong, e accusa Pechino.
 
La spesa per “i 9 anni di scuola dell’obbligo – dice al quotidiano South China Morning Post - dovrebbe competere a Pechino, perché il ministero delle Finanze riceve almeno il 70% delle tasse prelevate dai governi locali”. Invece “il governo centrale attribuisce a quelli locali la responsabilità del sistema d’istruzione, ma non dà loro le necessarie risorse”. Le maggiori difficoltà sono per i figli di migranti ed è “vergognoso che nel nostro Paese ancora distinguiamo la popolazione residente da quella che viene da altre province”.
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