Scontri tra polizia e studenti a Dhaka, oltre 150 feriti
Dhaka (AsiaNews/Agenzie) – Secondo giorno di scontri tra studenti e polizia all’Università di Dhaka, dove da ieri i giovani stanno protestando con uno sciopero contro la presenza dei militari nel campus. Per disperdere la folla, che ha commesso diversi atti vandalici, gli agenti usano lacrimogeni e manganelli; si contano già oltre 150 feriti tra gli studenti e 4 tra le forze dell’ordine. Intanto gli scontri si sono estesi anche ad altre due università: a Chittagong e a Kushtia, vicino alla capitale.
Cortei marciano gridando slogan contro il governo provvisorio, appoggiato dai generali, ed è stata bruciata l’immagine del capo dell’esercito Moeen U Ahmed. Anche le studentesse hanno organizzato una manifestazione contro il comportamento brutale della polizia.
Tutto è nato ieri pomeriggio, quando alcuni soldati, senza motivo, hanno picchiato tre studenti del ed umiliato a parole un professore durante una partita di calcio, che si svolgeva nella palestra del campus di Dhaka, dove è allestito anche un campo militare. Dopo l’incidente migliaia di studenti hanno iniziato a contestare la presenza dei militari all’università e a chiedere le loro scuse. Oggi hanno avviato uno sciopero ad oltranza non presentandosi in massa alle lezioni. Gli studenti hanno l’appoggio dell’Associazione insegnanti dell’ateneo di Dhaka, che ha fissato per domani a mezzogiorno la scadenza ultima per il ritiro completo delle truppe dal campus.
Dal 12 gennaio, quando dopo mesi di violente proteste per presunti brogli elettorali si è insediato il governo di emergenza sostenuto dai militari, sono vietate le manifestazioni di piazza, mentre si attendo elezioni democratiche entro un anno. Per ora l’esercito tiene un profilo basso e sta lasciando alla polizia il compito di ripristinare l’ordine. Ma Dhaka ha già promesso che verranno prese le giuste misure contro gli agitatori.
Esperti ricordano che in passato due governi di stampo militare - quello di Ziaur Rahman e Muhammad Ershad – furono rovesciati in seguito a proteste popolari iniziate dagli studenti.