Scontri a Timor Est: ancora due morti, mentre arrivano le forze australiane
Continuano i disordini a Dili: due vittime, bruciate le case di un sacerdote e di un responsabile della polizia nazionale. Ieri il governo ha chiesto ufficialmente l'aiuto internazionale; rispondono Australia, Portogallo, Malaysia e Nuova Zelanda.
Dili (AsiaNews) Si avvicinano alla costa di Dili le navi da guerra australiane, mentre il primo contingente di unità speciali già presidia l'aeroporto della capitale. Canberra ha risposto alla richiesta di aiuto internazionale lanciata ieri dalle autorità timoresi impegnate a sedare gli scontri tra ex militari ed esercito in corso da tre giorni nella capitale.
Fonti di AsiaNews dal posto riferiscono che "gli abitanti già vedono in mare le navi da guerra australiane e si dirigono verso il porto". Intanto anche oggi continuano violenti i disordini. Secondo quanto riferito dal portavoce del presidente Xanana Gusmao, nei combattimenti di oggi intorno alla capitale sono rimasti uccisi un capitano delle forze armate e un poliziotto; circa 20 i feriti, tra cui un cittadino sudcoreano in viaggio d'affari. "Al momento continua la fonte scontri armati stanno avvenendo intorno alla zona del quartiere generale della polizia militare; inoltre sono state date alle fiamme le case di un sacerdote, p. Domingos Maubere, e quella del capo per le operazioni della polizia nazionale Ismael Babo".
Dall'inizio degli scontri, il 28 aprile scorso, la situazione è andata gradualmente deteriorandosi: Dili è ormai nel caos, finora il bilancio delle vittime conta una decina di morti e migliaia di persone in fuga verso le campagne. I disordini sono scoppiati dopo la diserzione per protesta di 600 soldati, un terzo delle forze armate, che denunciavano discriminazioni su base etnica nella carriera.
Ieri il ministro timorese degli Esteri Jose Ramos Horta ha confermato la richiesta di aiuti dall'estero, di cui già si parlava da giorni. In risposta, il premier australiano John Howard ha inviato un primo contingente di 150 soldati delle unità speciali, impegnati nella protezione dell'aeroporto internazionale. Canberra prevede di inviare sull'isola dai mille ai 1.300 uomini.
Horta ha poi annunciato che la richiesta di aiuto è stata mandata anche alla Nuova Zelanda, alla Malaysia ed al Portogallo, di cui Timor est è stata colonia. Lisbona ha garantito il dispiegamento di 120 agenti della polizia militare. Anche le Nazioni Unite stanno valutando la richiesta di aiuto del giovane Stato.