Scontri a Jaffna, 6 vittime civili e danni a edifici cattolici
di Melani Manel Perera
Stamattina colpi di artiglieria hanno raggiunto alcuni villaggi uccidendo e ferendo civili tami; danneggiati edifici dei missionari O.M.I. Ieri a Colombo, oltre mille persone di ogni etnia e religione hanno manifestato contro la guerra.
Colombo (AsiaNews) – Continua a fare vittime civili – anche bambini e donne incinta - danneggia edifici religiosi e crea insicurezza in tutto il Paese, la guerra civile che si combatte nel nord dello Sri Lanka. E la popolazione, tamil, singalese, musulmana, scende in piazza per dire ancora una volta “basta!”. L’ultimo episodio è avvenuto stamattina nella penisola di Jaffna. Durante uno scontro tra le forze di sicurezza governative e le Tigri per la liberazione della patria tamil (Ltte), colpi di artiglieria hanno ucciso 6 civili tamil, di cui 2 bambini, e ferito altri 20 tra cui una donna in stato di attesa, nei villaggi di Kolombuthurai, Gurunagar e Pasiuur,.
Il governo accusa le Ltte dell’attacco di oggi e il ministro della Difesa riferisce che i colpi di artiglieria hanno danneggiato alcuni edifici religiosi cattolici tra cui il Fr. Matthews Memorial Home, una casa e il seminario St. Joseph degli O.M.I.
Per protestare contro la guerra e le sue conseguenze sulla popolazione civile, ieri a Colombo si sono riunite oltre mille persone di tutte le etnie e religioni. I manifestanti hanno chiesto al presidente Rajapakse e alle Tigri di interrompere le operazioni militari e raggiungere un accordo di pace. “Stanno giocando con le vite umane e con le armi – denuncia ad AsiaNews Padma Pushpakanthi, del Women's Action for Social Justice - devono trovare una soluzione politica alla crisi, perché la guerra non porta a nessuna giustizia. Il governo deve aprire gli occhi e accorgersi che in Sri Lanka ci sono molte persone che non approvano questo conflitto”.
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