Scomparsi da luglio, nove leader protestanti “riappaiono” nei lager
Il governo li ha arrestati e condannati per “crimini contro lo Stato, organizzati durante gli incontri di un culto diabolico”. Fra di loro una donna di 42 anni, costretta a subire un’isterectomia urgente dopo le torture subite in carcere.
Pechino (AsiaNews) – Scomparsi da oltre due mesi, nove leader protestanti sono “riapparsi” nei giorni scorsi nei campi di lavoro cinesi. Fra loro anche la signora Li Mei, 42 anni, legata ad un letto di ospedale e costretta a subire un’isterectomia urgente, resa necessaria dalle torture subite in carcere.
Lo denuncia la China Aid Association (Caa), un’organizzazione non governativa con base negli Stati Uniti che opera per la libertà religiosa in Cina, che ha raccolto le testimonianze dei familiari dei nove cristiani. Secondo le famiglie, infatti, i leader protestanti sono stati arrestati il 15 luglio scorso, durante una funzione in una casa privata. La condanna è arrivata il 6 agosto successivo: secondo i giudici della Corte amministrativa di Enshizhou, nell’Hebei, i cristiani sono colpevoli di “crimini contro lo Stato, organizzati durante gli incontri di un culto diabolico”. Nessuno ha avvertito i parenti dell’arresto o della condanna.
Destinati alla “rieducazione tramite il lavoro”, i protestanti sono stati trasferiti in alcuni laogai [campi di lavoro ndr] della provincia. Nel documento che prova le accuse, si legge: “Come prova della loro colpevolezza: hanno cantato inni cristiani in villaggi del Paese, hanno mostrato un film su Gesù in una casa per anziani ed hanno pregato il loro culto diabolico per chiedere la guarigione di un anziano malato”.
Pechino permette la pratica del cristianesimo evangelico solo all'interno del Movimento delle tre autonomie (MTA), nato nel 1950 dopo la presa di potere di Mao, l'espulsione dei missionari stranieri e la reclusione dei leader cinesi delle Chiese. Le statistiche ufficiali dicono che in Cina vi sono 10 milioni di protestanti ufficiali, tutti uniti nel MTA. I protestanti non ufficiali, che si radunano nelle "chiese domestiche" non registrate, sono stimati ad oltre 50 milioni. Nel corso dello scorso anno, il governo ha arrestato 1958 fra pastori e fedeli delle Chiese protestanti non ufficiali.
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